Il pianismo di Chopin, unico e irripetibile,
è in realtà una metatecnica, dove è la tecnica stessa che definisce e risolve i problemi tracciando la via per eseguire un pezzo contemporaneamente anche interpretandolo. Se, per capirci meglio, Effetto Notte di Truffaut è un metacinema, ovvero un film che parla di come si fa un film, nel pianismo di Chopin, incredibile, una volta scoperto, la digitalità si rivela.
L’esempio classico che faccio sempre è lo Studio Op. 10 n° 2: quando il braccio si muove soavemente, si muove a partire dalla esatta metà delle articolazioni (e i lombricali nelle mani),
- a livello longitudinale il braccio si fa leggero, crollano le spalle e la mano si incurva,
- a livello trasversale, tutta la zona del dito 2, sporge.
In realtà è molto più facile da fare che da spiegare, è il movimento che si fa per piluccare qualcosa di molto buono e goloso. Per tornare quindi alla metatecnica chopiniana, se il braccio non si pone in questa stessa condizione d’animo, lo studio non verrà mai come si deve, con quella facilità e sensazione di “tutto ok, va fatto così…”
Salvo eccezioni, naturalmente.