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Lo potete vedere chiaramente da questa immagine

del grande pianista Ucraino Vladimir Horowitz: sembra che ci stia mostrando la potenza e densità dei lati interni di entrambi i mignoli. Ed ecco qua rappresentata per voi, in modo preciso in questa mappa, una diversa logica del funzionamento della mano, dove il motore interno sta proprio lì, nella zona più carnosa della mano; penso che il pianismo moderno, quello che parte con Scriabin, Prokofiev, e arriva a Messiaen, Ligeti, Tigran Hamasyan, debba esserle riconoscente, perché gli ha fatto fare un balzo quantico.

Per lo stesso motivo

per cui Horowitz non sarebbe mai riusciuto ad eseguire lo studio Op. 10 n° 1 di Chopin, che corre su un luminoso binario — quello fe dei bordi esterni della mano — perché sarebbe stato soverchiato dalla sua stessa forza centripeta, così diventa naturale per lui eseguire un brano splendido come lo Studio op. 42 n° 5 di Scriabin – che questa volta rispecchia la sua stessa naturalezza – senza dover utilizzare mai troppo il pedale.

Cosa quasi impossibile da realizzarsi, se non cambiate logica, se non vi affidate al lato interno dei mignoli e spostate lì l’energia della mano, e l’energia vostra, naturalmente. A 1:00, l’energia del movimento che va verso l’interno, crea un effetto sonoro assimilabile ai concetti della fisica moderna: la simultaneità di eventi.

Se non avete la sicurezza e la consapevolezza di questa diversa zona, inevitabilmente dovrete sommergere tutto con il pedale: qualcosa inevitabilmente mancherà alla resa genuina e reale dello studio: è quello che capita a Stanislaw Neuhaus che non riesce a dominarlo né tecnicamente né espressivamente.

Il centralissimo Igor Kamenz, non solo usa poco pedale, ma riesce a rendere il pezzo addirittura elettrico…

La conferma che siete passati dall’altra parte, che le vostre mani funzionano in un modo diverso (e la soluzione tecnica quindi…), l’avete in questa strepitosa ripresa

avrete a disposizione la massima potenza disponibile del pianoforte: fatene buon uso!

Se per il momento lo Studio op. 42 n° 5 è è fuori dalla mia portata, come posso fare?

Niente paura: avrete la stessa soddisfazione con il preludio in C minor dal WTK primo quaderno, che è la porta d’ingresso. Provate una o tutte delle seguenti cose:

  1. restate a lungo e consapevolmente sulle note suonate dai mignoli, portando la vostra attenzione sul lato interno dei mignoli; vi sarà facile sentire tutto il corpo compattarsi, come fosse una molla, verso il basso;
  2. premetele con forza, se il movimento è esattamente nella verticale verso il basso, non sarà mai dannoso, e poi suonate la figurazione lasciando andare.
  3. entrate dentro voi stessi, dentro qualcosa di profondo, di significativo;
  4. lasciate suonare le cellule;
  5. siate consapevoli – una volta trasferita l’energia nella parte più carnosa della mano – di come l’articolazione e il gioco di dita 1, 2 e 3 risultino automatici.

Se è attivato il movimento centrale, avrete la sensazione netta e auditiva che le note in testa alla figurazione siano staccate dal contesto, fuori dal normale flusso del tempo: avrete aperto il portale e cambiato logica alle vostra mani… Complimenti 🙂 !

altrimenti, se volete farlo insieme a me contattatemi per una lezione, online o presso il mio studio a Jesi (AN).

Alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.