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Mi è capitato recentemente

facendo lezione ad un allievo un po’ troppo intelligente, di rendermi conto che le sue difficoltà digitali e di articolazione in realtà nascevano dall’idea di dover utilizzare per forza tutte le dita; il tutto completato da una sorta di autoaccelerazione e di impietoso autogiudizio.

— Troppe note, Mozart!…  – disse l’Imperatore Giuseppe II,  – Non una più del necessario, Maestà –  rispose Mozart. Lo stesso vale per la tastiera del pianoforte.

Proviamolo subito. Appoggiate le dieci dita sulla tastiera e lasciate libero il braccio. Nel momento in cui è rilassato, sentirete magicamente che ad appoggiare realmente sono solo tre dita: il medio (che, vi ricordo, fa da asse virtuale), pollice e mignolo.

1, 3 e 5

Provatelo e nel momento in cui ve ne rendete conto potete testarlo con i migliori pezzi attorciglia dita: studio op. 10 n° 4 di Chopin o più semplicemente il suo antenato

Per chi è più avanti negli studi, l’attorciglia dita per eccellenza

Questa semplice ma fondamentale consapevolezza, quella che a guidare la mano sulla tastiera siano meno dita di quello che uno immagina (o teme) arrivando ad essere solo una, come l’anulare per i pezzi virtuosistici o l’indice per jeux perlée è fondamentale nell’improvvisazione Jazz.

Piccolo Quiz: quante dita sta usando Michel Petrucciani?

 

 

 

 

Fatemi sapere e ci vediamo a lezione di piano, qui a Jesi o online.

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.