Chi tra i pianisti e giovani studenti del corso medio non è mai rimasto affascinato,
dall’interpretazione del Clavicembalo ben temperato da parte di Sviatoslav Richter?
Quello che amava il giovane studente era la capacità del pianista russo di poter rintracciare la melodia della fuga in qualunque situazione essa si presentasse.
Questo almeno, all’inizio, perché col tempo si comprende che suonare Bach al pianoforte è frutto di ben altra maturazione tuttavia, l’esperienza primordiale offerta da Richter si può tradurre con la melodia su cui è focalizzata la vostra coscienza momento dopo momento durante il flusso della vostra esecuzione.
La caccia alla melodia diventa dunque la domanda: di cosa sei consapevole in questo momento?
Ciò può rendere l’interpretazione bachiana estremamente interessante perché qualsiasi elemento può diventare elemento di indagine su cui il vostro orecchio interiore si posa e fa manifestare. Un timbro, un silenzio, uno spazio-tempo con la complicità polidimensionale che offre il pianoforte e trasformare l’approccio richteriano per esempio, in quest’altro tipo di esperienza
Fatemi sapere o se vi interessa l’argomento possiamo parlarne a lezione di piano, qua da me a Jesi o online.
Alla prossima
Alberto