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La principale ragione

del perché i due emisferi cerebrali sono separati sta nell’impedire il predominio di una delle due parti; e come tale funzionano “a specchio”. Quindi è naturale che le mani si sincronizzino per moto retto.

respiro e battito sono in proporzione 1:4

(non c’è brano pianistico che sfugga a questa regola, salvo eccezioni)

 

studiare a mani separati è utile solo per chiarire la posizione delle note

e  tranquillizzare il mentale

il brano prende senso solo a mani unite perché è nato a mani unite

il movimento è unificato (anche in un brano per la sola mano sinistra)
  1. prendere un qualsiasi brano dove risulta laborioso sincronizzare le due mani. Suonare con la destra e battete il tempo con la sinistra finché non vi sincronizzate. Giocateci cambiando i tempi e poi invertendo le mani;
  2. se si possiede una certa sensibilità corporea, lasciarsi andare all’idea che le due mani si sincronizzino tra di loro (attivare l’involontario);
  3. in ogni scrittura pianistica c’è sempre una parte dove portare naturalmente un’attenzione cosciente…
  4. in sentito f-e è più naturale sincronizzare la mani per moto retto;
  5. emozione: l’occasione in cui le due mani si sfasano (una delle due guida);

Il ritmo è perfettamente scandito, ma l’effetto è di due mani sfasate

 

Il più bell’esempio pianistico che conosca:

  • a mani pari deve crearsi un effetto di “spazialità”;
  • sincronizzazione “timbrica” (sempre bilaterale)

  • piano Jazz: il ritmo trainante della mano sinistra-coordinazione rotatoria-gomito.


Se volete conoscere l’evoluzione del pensiero di questo articolo, scritto lontano nel tempo e frutto di intuizioni, potete andare qui.
 
zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.