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Si racconta che i delfini

possano dormire mentre continuano a nuotare perché fanno riposare gli emisferi cerebrali in modo alternato. Negli “umani” invece, gli emisferi cerebrali sono separati perché l’uno non prevalga sull’altro, mai.

Quando è attivato il movimento verticale, quello che ci porta naturalmente verso l’alto grazie alla testa, le mani sulla tastiera del pianoforte eseguono rigorosamente separate e procedono  parallele; è da qui che nasce la leggenda dello studio a mani separate…

Ha senso quindi studiare a mani separate solamente per cercare o, almeno fino a quando non lo sentite, le mani funzionare in modo parallelo, ottenendo così l’effetto delfino altrimenti,

come profetizzai nel mio Non Manuale per il Pianista si studia tre volte:

  1. la destra,
  2. la sinistra
  3. le due mani insieme

e arrivare al risultato tanto desiderato, quello di far funzionare insieme le due mani in un brano pianistico, solo quando, colti da sconforto, rabbia e disperazione, lasciate andare.

Con il movimento verticale attivo le due mani sono separate in casa e una non sa quello che fa l’altra, come qualcuno disse un tempo.

Nella mia esperienza ho visto che è conveniente studiare a mani separate, senza perdere tempo – penso per la sua congenita generosità – solamente Liszt, e l’esercizio migliore per attivare lo studio delle mani parallele, una fuga di Bach.

Nel caso in cui siano attivi gli altri movimenti o nel repertorio di autori il cui Taiheki non sia quello verticale è più conveniente studiare subito a mani unite con queste piccole accortezze:

  1. il movimento rotatorio è quello che provoca un effetto che sicuramente riconoscerai: una mano che trascina e l’altra che segue;
  2. con quello laterale attivato invece, l’atteggiamento migliore è quello di fidarsi della mano e lasciarla zampettare, un po’ come fanno i pianisti di ragtime…
  3. con il movimento frontale bisogna procedere unidirezionali, come il circuito davanti agli occhi del pilota di formula 1 quando corre a 300 chilometri.
  4. Con il movimento centrale invece le mani devono essere convergenti e andare entrambe verso il centro della terra.

Poche righe per rimettere al suo posto secoli di studio a mani separate, e soprattutto senza rinnegarlo, spero non si offenda…

Alberto

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.