Provate a sentire con la vostra mano più rilassata
la sommità del vostro cranio e andate delicatamente alla ricerca del punto più alto.
Questo è il vostro vertex,
l’ago della bussola che definisce il nord. Una volta che l’avete percepito, lasciatelo in funzione semplicemente avendo l’accortezza che rimanga… il punto più alto della vostra testa e mantenendo questa consapevolezza mentre lo provate alla tastiera. Nel momento in cui il vostro movimento verticale è in questo modo ottimizzato, e quindi il vostro sistema nervoso centrale fa le fusa come un gattino, siete nelle condizioni ideali per un’esecuzione impeccabile. Avete dalla vostra tranquillità, una serena visione dall’alto, riuscite a gestire il flusso emozionale e farlo scorrere con gradualità…
Fate quest’altro esercizio, se volete.
Sdraiatevi comodamente sulla schiena e cominciate un lieve movimento con la testa, come per dire sì, sempre in modo molto comodo: cercate, senza provocarlo, il coinvolgimento dell’intero corpo, finché non diventa un’onda serena che segue il flusso della vostra respirazione.
Rialzatevi con i vostri ritmi e, se avete uno specchio a portata di mano, dovreste poter vedere una cosa molto particolare: la testa sia semplicemente appoggiata sull’atlante, e non un blocco unico con le cervicali.
A questo punto andate al vostro strumento e dovreste essere in grado di fare un’esecuzione davvero impeccabile, avere la sensazione netta di poter penetrare le pieghe più misteriose di una sonata di Beethoven, o la certezza di come staccare il tempo giusto di un pezzo…
Cari insegnanti di pianoforte, cominciate ad osservare se il vostro allievo definisce il proprio Vertex, e semmai cominciate a farglielo notare per accompagnarlo.
Vi saluto perché voglio provarlo con qualche fuga di Bach…
Alla prossima
Alberto