Vi invito ad osservare bene la postura di Arthur Rubinstein,
fra l’altro caratteristica del suo modo di suonare e che potete ritrovare in tantissime altre immagini. Cosa osservate?
Intanto vi faccio notare gli effetti collaterali:
- la libertà delle braccia che possono liberare tutto il loro peso naturale (se avete in mente il suo suono!!!);
- la serenità della sua concentrazione interiore.
Ma dov’è l’epicentro? Nella totale libertà della zona del petto, aperto e fiducioso come quando prendete il sole al mare, d’agosto.
Se cercate il supporto della respirazione, il magico basso ventre, noterete che tutto lo sterno è in grado di alzarsi scattando liberamente verso l’alto, segno della sua libertà e mancanza di tensioni, lasciando le braccia talmente svincolate da poter essere il vero ponte tra musicista essere umano e il suo strumento. E’ ciò che precede o meglio sta alla base di qualsiasi tecnica del peso.
E’ anche energetico perché il petto si apre se siete aperti, alla vita, a voi stessi, alla musica che volete fare… è anche una sensazione di piacevole percezione sensoriale contagiosa verso l’ascoltatore e che ho visto in pochissimi pianisti che mi fanno dichiarare a colpo sicuro come pianisti non comuni, di quei pochi che non arrivano alla soglia, ma la oltrepassano.
Osservatevi, o osservate se siete degli insegnati mantenendovi aperti e mantenendo aperto il petto piacevolmente come se il sole risplendesse su di voi, comincerete a suonare d’incanto…
Alla prossima
Alberto