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Fate questo esercizio con me:

Prendete il vostro pollice o fatevelo prendere da un amico e individuate il suo bordo esterno. Dopodiché, mantenendo questo contatto,  cercatene ed osservatene il movimento in tutte le direzioni dello spazio, Vedrete con stupore che il movimento che coinvolgerà tutto il corpo sarà quello avanti e indietro.

Il pollice è il rappresentante della struttura ossea che non ha capacità di movimento, ma viene mossa dalla struttura muscolare, definendola.

Ecco quindi spiegata l’importanza evolutiva del pollice opponibile e da qui la sua importanza ed essenza nel pianismo che viene intuita e utilizzata tanto ampiamente in quello di Chopin che per primo lo libera, facendolo correre sui tasti neri.

Il miglior esercizio per il pollice dunque è questo:

C. L. Hanon neanche in sogno ha potuto immaginare la reale funzione del pollice…

Rimanendo schiavo e vincolato di una struttura lineare non centralizzata. Se osservate le sequenze del Preludio 8 di Chopin, non ne trovate una che non sia impossibile da realizzarsi da un punto di vista lineare, perché la continua fluttuazione della nota all’ottava sposta tutta la mano e trova il suo zenit di difficoltà in questo punto, impossibile da eseguirsi se considerato in un’ottica hanoniana, lineare e non centralizzata, dove ogni dito non sa cosa fare, non c’è niente che lo diriga e conforti e soprattutto si sente spaesato e solo cercando conforto e sostegno nella ripetizione…

Il giusto flusso di movimento della sinistra finalmente pollice-centrica lo trovate a fine preludio: se non avete una mano che prenda la “dodicesima” come quella di Marc Andrè Hamelin o di Ivo Pogorelich, l’unico modo per eseguirlo tecnicamente e dargli un profondo senso espressivo è… affidarvi al pollice.

Possiamo parlare per la prima volta in assoluto di un fisiologico, organico, peso osseo nella tecnica pianistica.

E, come spesso capita con Chopin, è più conveniente partire proprio dai punti apparentemente più difficili. Io con gli studi lo faccio sempre e devo dire che ho sempre risparmiato tempo e fatica, scoprendo tesori di ingegneria tecnica inesplorati.

Dimenticavo… e l’esercizio preparatorio?

Per i nuovi lettori: andate qui a studiarlo! Qua invece potete capire meglio il funzionamento del pollice

All’inizio è il dito indice a guidare, e con lui timbro e atmosfera, appena il rigo successivo, una raffinatezza pianistica, che non tutti i pianisti sanno rendere con efficacia e poesia. Dove c’è un apparente cambiamento di accento, in realtà c’è un cambiamento di logica della mano. Nel secondo rigo è il pollice a guidare, con lui una tecnica smagliante e precisa. Potete utilizzare questo altro celeberrimo estratto chopiniano per esercitare il pollice evoluto 2.0.

Vi auguro la più proficua sperimentazione. Alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.