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La Metatecnica di Chopin

fa faville in tutta la sua produzione: un’occasione unica per conoscere la tecnica pianistica direttamente dal suo interno.

Vedremo in questo breve video tutorial, la funzione di fulcro del lato interno del mignolo per garantire lo spostamento trasversale della mano sinistra in particolari condizioni: quelle del meraviglioso studio op. 10 n° 12, detto rivoluzionario (dopo aver visto il video capirete anche perché 🙂 ).

Per poter mantenere una tensione drammatica il braccio deve poter ruotare. Non la rotazione tanto cara al metodo Taubman, che semplicemente si manifesta come sottoprodotto del braccio in assetto verticale (i 5 movimenti si coordinano sempre insieme e in combinazioni diverse, ricordate?), ma quella effettiva, quella che direttamente gestisce i cambi di dinamica ed esprime forza e appunto, tensione drammatica, linfa vitale dell’intero pianismo di Beethoven.

Diventa imprescindibile conoscere il protagonista, l’eroe, colui che permette – in queste condizioni particolari – il movimento trasversale della mano pena i guai che i pianisti che hanno affrontato questo studio, ben conoscono: affaticamento della sinistra, perdita di regolarità, eccessiva forza a scapito della linea melodica, passi interi che non trovano né pace né soluzione tecnica.

Cosa accade alle vostre mani quando è in gioco una forza rotatoria

Il protagonista, come vedete nel disegno sopra, figura a destra, è la linea che passa nel lato interno del mignolo e che Chopin, grande metatecnico, vi definisce da subito nel grande accordo iniziale:

e subito si presenta la prima difficoltà tecnica del principiante: se non si attiva la zona interna del mignolo, con una semplice attenzione – o semplicemente sapendo che esiste – l’indice si incarta. Lo vedete dall’assurda diteggiatura qui sopra (revisione Friedman) che, per bypassare il problema, a dimostrazione che non si sa dell’esistenza di questa zona viva, mette il dito 3. Vi invito a provare la differenza tra una diteggiatura che mette una pezza e il motore pulsante di una zona viva.

L’insolita bellezza della granatura del famoso walking bass chopiniano, quasi un vento gelido sferzante – gioia e dolore di molti principianti – è proprio data da questa zona attiva, e per voi rappresenta la prova del nove: se il lato interno del mignolo è attivo, allora sentirete il vento gelido sferzare, altrimenti solo taratara tàratara.

Il passo che segue è uno dei punti più rischiosi, se la mano sinistra non è sul binario giusto, difficilmente lo padroneggerete, e per di più non avrà il suono giusto:

Avere chiara la percezione del lato interno del mignolo dona grande stabilità in questi passaggi che inquietano il neofita per la sensazione di corsa ad ostacoli delle dita tra i tasti neri!

Guida e regola con passo sicuro il gioco (sempre apparente) dell’estensione della mano

E come potete vedere nel video, sblocca qualsiasi problema di velocità nel passo di ottave, perché state utilizzando la zona naturalmente preposta per il solo movimento trasversale quando il braccio è in rotazione!

Il grande pianista Andrè Watts colto mentre esegue in modo eccellente questo passo. Ammirate la “carnosità” del lato interno del suo mignolo.

 

Riuscirete a creare quell’effetto di doppia cadenza nel finale, realizzare la cascata finale e i due accordi conclusivi che mai sento secchi al punto giusto, e così via. Sistemare la tecnica, cioè comprendere le forze in gioco, libera contemporaneamente l’interpretazione, che non sarà più un evento dualistico ma un atto integrato.

Ancora una volta spero apprezzerete il ruolo centrale che Chopin ha avuto nella didattica pianistica, perché effetti simili di tecnica vista… allo specchio sono rari da trovare negli altri autori.

Ricordatevi sempre che la tecnica, per noi la consapevolezza dei 5 movimenti, è solamente la metà del lavoro. Dimentaticate tutto e provate a immedesimarvi nel dramma di questo pezzo, come fece a suo tempo l’autore nel ricevere la notizia dell’invasione della Polonia, e sentirete immediatamente – come per incanto – attivarsi questi raffinati meccanismi in modo automatico, e grande ed efficace e soprattutto soddisfacente sarà la vostra esecuzione.

Volete studiare con me il rivoluzionario in questo modo? Vi aspetto a lezione di piano.

Alla prossima.

Alberto 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.