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In un romanzo di Haruki Murakami

L’uccello che girava le viti del mondo, un personaggio ad un certo punto racconta che il suo successo negli affari (è proprietario di una serie di locali e di immobili) è dovuto non tanto allo studio analitico di settore, o a fiuto commerciale, quanto dall’aver semplicemente passato alcune settimane seduto su una panchina nella zona in cui avrebbe aperto l’attività; fermando il mondo intorno a sé ha potuto raccogliere sensazioni, umori, flussi vitali, fino a veder chiaramente che tipo di necessità, clientela, stile e quindi identità avrebbe dovuto avere il suo futuro locale.

Con questa citazione vorrei trasmettere il senso del suonare lento, utile non tanto per togliere l’accelerazione frenetica del mondo moderno – un tempo ci volevano tre giorni per andare a Barcellona –  così disse una volta un pianista jazz catalano, quanto per fermarsi e osservare il mondo dal di dentro.

I lettori di lunga data di queste mie pagine sanno che, dei cinque movimenti, due sono statici, quello verticale e quello centrale. Qua stiamo parlando del secondo: quello che va verso il basso e verso il dentro.

I pianisti che più si sono avvicinati – per desiderio vitale – a questa idea e l’hanno realizzata concretamente sono Glenn Gould , ed  Ivo Pogorelich e Michail Pletnev nella loro maturità.

Ci provo anch’io con il Preludio in fa minore dal primo volume del Clavicembalo ben temperato di Bach.

Provatelo anche voi e sarò ben lieto di raccogliere le vostre impressioni e le vostre scoperte.

Alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.