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Sol minore, dal colore giallo lattiginoso

almeno è così che io lo vedo, sol minore della Sinfonia K 550 di Mozart dedicata alla figlioletta morta, sol minore dell’adagio di Albinoni di irreale luce, l’Op. 23 di Chopin; Sol re la mi la re sol, l’attacco del concerto per violino di Berg.

In realtà è al sol minore di questo preludio di Bach (BWV 885 Secondo Quaderno) che sto pensando e con il quale sto martellando da giorni la tastiera del mio pianoforte.

Riuscite a

  1. trasformare un ritmo cadenzato in timbri
  2. a scolpire i silenzi
  3. a far urlare le voci
  4. a cambiare improvvisamente atmosfera?
  5. a far riverberare il suono all’infinito gestendo crescendi e diminuendi?
  6. a far nascere abbellimenti?

Tutto questo è possibile se vi lasciate andare e affidate alla tonalità di sol minore e a quel ritmo (che è in fondo la camminata del re e della sua corte nelle manifestazioni ufficiali), ma che per il pianista è un battito, una pulsazione vitale e vero banco di prova per raggiungere vette pianistiche supreme inesplorate, in sol minore, al confine tra la Vita e la Morte.

Se volete sentire qualche esempio, personalmente mi ha colpito molto questa interpretazione

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.