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Ogni pianista ha caratteristiche di movimento

particolari e inimitabili, che nascono dalla capacità di interiorizzarsi, passando attraverso la musica e così compiendo il gesto creativo. Il movimento del pianista canadese Louis Lortie mi ha sempre affascinato per un mix di strafottente nobiltà unita ad un’incredibile capacità di cantare intimamente autosostenuta, ma il gesto concreto che più mi colpisce è quello che simula il movimento dell’archetto del violoncello; in quei precisi momenti se avesse uno strumento in grembo, ne caverebbe una nota: glielo vedo spesso fare guardandolo in video e ne sono stato testimone quando lo ascoltai dal vivo anni fa.

Un gesto di questo tipo non è certo un vezzo, ma un bisogno fisiologico mascherato da necessità espressiva che in questo piccolo articolo di osservazione del movimento cerchiamo di analizzare in modo più approfondito.

Complice questa particolare naturalezza di movimento, un meraviglioso Fazioli estremamente cantante e un super-eufonico Notturno op. 27 n° 2 di Chopin, che crea spazi e timbri indimenticabili, non manca quindi il movimento dell’arcata del violoncello a 2:49 nel video che vi ho messo a fine articolo e  qua, ma l’ho catturato io per voi

perché vale la pena di vederlo per poi studiarlo da vicino.

Polso fermo suono stabile, polso che si alza, suono che si apre: è il respiro-fraseggio che ogni pianista, quando matura apprende, e di cui comincia ad avere dannatamente bisogno, ma Lortie in questo caso lo intensifica al massimo grado coinvolgento tutto il braccio nel movimento centrale a partire dal lato interno del mignolo.

Qua nella foto cerco di farvi vedere le linee di azione del movimento, soprattutto quello base, che scatena il tutto, quello verso il basso del bacino, verso il massimo dell’intimità: tutto il resto accade di conseguenza, in automatico, voi dovete solo lasciar andare e avere il coraggio di entrare dentro voi stessi.

Per i nuovi lettori, immaginate di tenere in mano qualcosa di prezioso ma che richieda saldezza, un neonato per esempio; osserverete che il braccio diventa denso e si coordina a partire da un punto particolare, il lato interno di entrambi i mignoli.

E’ quello che fa lo strordinario pianista canadese e che esprime con questo suo caratteristico e meraviglioso gesto ad arcata di violoncello.

Non preoccupatevi, potete imitarlo, è assolutamente gratificante! Chissà che non arricchisca la tecnica pianistica di un nuovo gesto per rendere il suono brunito e vibrante come quello… di Mario Brunello?

 

Alla prossima

Alberto

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.