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Non mi ero mai reso conto di quanto tutto il pianismo di Schubert

  1. a livello tecnico, con quelle continue onde e morbide implosioni,
  2. ma anche a livello interpretativo, con quella fantastica capacità di sospendere il tempo e di accostare le tonalità,

fosse così strettamente vincolato al suono, alla tastiera e al tipo di costruzione del pianoforte da tavolo.

Letteralmente un’anima e il suo corpo.

Strumento molto in voga ai suoi tempi, dalla meccanica sensibile e dalla tastiera molto difficile da gestire – dunque perfetta per un musicista come Schubert – e dall’effetto sonoro davvero sorprendente.

Nel video che segue, che vi fa vedere anche come è costruito, vi renderete conto di come suoni diversamente – rispetto al coda tradizionale – l‘intermezzo Op. 118 n° 2 di Brahms.

L’impressione che ho avuto e che ha dato il titolo a questo breve articolo è di un suono in 3D.

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Morbido, avvolgente, totalmente multiradiale, con un effetto di legato e di prolungamento del suono a dire il vero quasi magnetico, immaginatelo mentalmente con qualsiasi pezzo di Schubert e sentirete subito coincidere suono, musica e strumento.

Anzi,

    1. se Bach è il nostro riferimento per la tastiera temperata,
    2. suo figlio CPE del clavicordo,
    3. Chopin del pianoforte
    4. Liszt e Busoni del piano ottimizzato per le grandi sale e la struttura del recital,
    5. di certo Schubert lo è dello Square Table Piano.

La domanda è: come tradurre tutto questo su un mostro di tre metri figlio della rivoluzione industriale? Una soluzione potrebbe essere quella pensata da Grigory Sokolov, ovvero quella di scaldare il legno:

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sgranando le singole note in un’impeto quasi clavicembalistico, crea quello spazio di risonanza utile poi per ricreare man mano che procede, quella sonorità in 3D tipica del pianoforte da tavolo. Non male vedere l’istinto dei pianisti di valore all’opera… Un’altra soluzione è quella che potrete trovare voi, io la prossima volta che suono Schubert ne terrò di certo grande considerazione, cercando il tipo di suono che fisicamente e concretamente ha ispirato e dato corpo fisico a tutto il suo pianismo: un’anima e il suo corpo.

Fatemi sapere il risultato delle vostre ricerche.

Alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.