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 Nel mio ultimo quaderno di Tecnica Pianistica

dedicato alla diteggiatura, che trovo senza falsa modestia veramente innovativo, metto totalmente a nudo i processi profondi preesistenti all’atto (e alla necessità) di diteggiare, rendendo così chiunque autonomo nel farlo, nello scoprirne di nuove che seguano l’evolversi dei tempi (come fu un tempo il pollice sui tasti neri da parte di Chopin) e, argomento di questo articolo, poter filtrare ed eventualmente modificare quelle proposte da altri.

Prima che qualcuno gridi all’eresia, sappiate che non è in discussione il grande valore e l’assoluta preparazione dei revisori, ma ho potuto più volte dimostrare che la loro diteggiatura riflette sempre e non può sfuggire la costituzione spontanea e motoria di chi la scrive, che mai potrà essere oggettiva e generalizzabile per chiunque.

Trovandomi alle prese con la lettura, lo studio e l’interpretazione del Notturno op.  27 n° 2 di Chopin, mi sono trovato alle prese con la revisione di Alfredo Casella.

Procediamo quindi insieme a fare una simulazione valida per ognuno di voi, analizzare la diteggiatura dal punto di vista della costituzione e tendenza personali del revisore e confrontarla con le vostre esigenze per vedere se combacia e vi può tornare utile.

Osservando varie immagini di Alfredo Casella, soprattutto il suo volto ampio e le mani sensibili, mi trovo di fronte a un movimento centrale con tendenza ad aprire (diamine come Franz Liszt!). Qua il primo campanello d’allarme. Chi ha questa tendenza si comporta un pò come una chioccia, che vuole mettere tutti sotto la propria ala protrettrice, una generosità non sempre bene accetta.

Come diteggiatore Casella quindi ha una mano che tende ad allargarsi (qua per vedere come si muovono!) e lo vediamo subito qua:

avendo io una predisposizione energetica e motoria spontanea differente, questa diteggiatura mi disturba e devo sostituirla con quella che vedete proposta sopra con un colore diverso, per me funzionale a sostenere il canto.

Potete notare come i continui scambi di dita sul posto proposti, denuncino un bisogno eccessivo di legare, perché chi è dentro questa modalità di percepire il movimento della mano, non considera troppo il polso che si alza per legare, altro ingrediente oltre alle dita.

Il discorso che vi facevo prima sulla generosità “eccessiva” di chi ha la tendenza del bacino ad aprire, che può risultare eccessiva, la trovate qua:

una diteggiatura che dovrebbe accompagnarmi a “snocciolare” il belcanto belliniano, ma che trovo personalmente dispersiva, un’altra tendenza del  bacino che apre.

Preferisco quindi affidarmi al mio istinto, inclinarmi verso destra per spostare il mio centro di gravità e diteggiare mantenendo libero il dito cantante per eccellenza: il dito indice 2, la ribattitura marcherà il canto.

La diteggiatura proposta da Casella non mantiene libero e neanche l’altro dito cantante secondo Chopin, il lato interno del dito 3…

Apprezzo comunque la sua buona intenzione, ma per il mio uso personale questa diteggiatura non va bene, la devo ritoccare o provare quella di un’altro revisiore e allo stesso tempo spero di avervi illuminato su come comportarvi praaticamente con il fantastico strumento della diteggiatura, muovendovi in modo libero e critico, senza dover subire una diteggiatura imposta solo perché da fonte riconosciuta e prestigiosa.

A questo punto vi propongo un compito didattico: condividendo il movimento spontaneo di Liszt, con tutta probabilità Casella si ritroverà a casa sua diteggiando Liszt.

Chi di voi vuol andare a verificare e condividerlo? Alla prossima.

Alberto

 

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.