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Ondine ha una particolare caratteristica

che lo rende da sempre uno dei pezzi più temuti dai professionisti della tastiera: suona sempre diverso a seconda dello strumento. Se non conoscete il pianoforte che avete sotto le dita o non avete avuto modo di provarlo, dovrete arrangiarvi e adattarvi sul momento ed ecco che la lettura e la pratica di questo tutorial sarà per voi fondamentale per cavarvi d’impaccio brillantemente.

Essenzialmente ci sono due per attaccare Ondine, il pezzo di apertura del meraviglioso Gaspard de la nuit di Maurice Ravel.

E’ l’argomento che tratto in questo mio breve video appunto.

Il primo, a mio avviso perfetto per essere in linea con il pianismo raveliano prevede l’attivazione dei bordi esterni di pollice e mignolo, coordinati alle spalle ed è la soluzione di fabbrica (fabbrica Ravel si intende…) per la ribattitura degli accordi. Inoltre rende il pezzo luminoso.

Il secondo, che vede protagonista il solo dito due è interessante per creare un timbro il più soffuso e intrigante possibile, per i pianisti che vogliono puntare di più sull’atmosfera e la seduzione, sull’accumulo di un pathos, anche se il suono non sarà luminoso.

Ci sono altri 8 modi, naturalmente i pianisti sono tanti, ma per Ravel e Ondine questi bastano: sono i più importanti ed efficaci.

Se volete saperne di più possiamo sentirci a lezione di piano qui da me o online.

Alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.