Sarà capitato anche a voi
subito dopo un concerto pianistico entusiasmante di avere la sensazione di poter suonare come il vostro beniamino per un po’ di tempo. Io ricordo che subito dopo un concerto di Murray Perhaia a Santa Cecilia, fino al giorno dopo riuscivo a fare le scale come fossero dei glissandi, un’incredibile caratteristica del grande pianista statunitense.
Ebbene non si tratta di suggestione o fantascienza, ma qualcosa che gli attori conoscono bene e i piennellisti chiamano mimetismo,
un fenomeno assolutamente naturale
e che possiamo sperimentare anche noi pianisti e portare a nostro vantaggio – perché no? – per incrementare il nostro pianismo.
Avete un pianista preferito? Siete dei fan di Rubinstein o di Horowitz, qualche giovane vi fa sognare? Sognate di staccare le ottave come Sergio Tiempo? Vi fa sballare il virtuosismo interiorizzato di Bellucci?
Sceglieteli e selezionateli in base alle caratteristiche tecniche, o di timbro o di precisione o brillantezza che volete migliorare e ascoltateli (sarebbe meglio dal vivo, perché l’effetto di personalizzazione è decisamente più intenso, ma va bene anche in video) e provate. E registratevi, mi raccomando, non fidatevi mai troppo dell’orecchio.
E fatemi sapere! A presto
Alberto