Non è un quiz per il nuovo anno
che auguro sereno e trasformativo per tutti voi, ma un test per imparare a riconoscere al volo le grandi capacità dei grandi interpreti che per noi – lo ricordo – sono solo i pianisti che sanno essere loro stessi.
Ascoltate questo estratto dal concerto tenuto da Mikhail Pletnev al Regio di Parma (su gentile concessione del M° Yuri Guccione, il flautista che vedete in orchestra in linea retta sopra Pletnev) alla tastiera del suo personalissimo Shigeru Kawai, il pianoforte misterioso che da tempo lo accompagna in modo egregio e fedele.
Ascoltiamolo insieme e vi segnalo i punti che maggiormente mi hanno colpito. Indicatemi i vostri.
- Da 00:37 lascia stare completamente il pedale di risonanza: il suono risulta quasi più penetrativo.
- A 00:55 il primo miracolo: un suono basso dello Shigeru che man mano aumenta di volume;
- lo stesso effetto (il suono che aumenta), ma con un cambio di pedale a 1:06.
- A 1:09 un vero e proprio effetto di reveal con il cambio pedale, un accordo arpeggiato suonato in modo più intenso svela un’armonia nascosta, tirata fuori come un coniglio dal cilindro (diamine è quello che mi fa più impazzire!).
- Il suono a 1:12 sbuca fuori da dove non si sa, stabile e prolungato.
- A 1:26 il suono – solo per un attimo – sembra vibrare, come se fosse eseguito su un clavicordo.
- A 1:43 Pletnev accompagna l’entrata dell’orchestra come fosse lui stesso a dirigere, questo è il momento più incredibile.
- A 1:52, il pianoforte nel fraseggio sembra… parlare.
- A 2:19 degli efficacissimi graffi accendisuono.
Buon ascolto ancora buon 2024 e resto in attesa della vostra caccia ai miracoli, ma prima di tutto che andiate a divertirvi a riprodurli alla tastiera del vostro strumento, anche se non è uno Shigeru Kaway truccato!
Alla prossima
Alberto
