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Un amico pianista,

che padroneggia senza pensieri Mazeppa e la Settima sonata di Prokofiev, si trovò in seria difficoltà, durante un concorso, con il Notturno op. 27 n° 2 di Chopin, di immensa eufonica bellezza. Ebbe dei vuoti di memoria tali da dover quasi improvvisare, tagliare e ricucire pezzi per portarlo fino alla fine. E’ inutile dire che non passò la prova…

Io stesso, che amo infinitamente questo notturno, ne riconosco le immense difficoltà, tali da considerare quest’opera tra i pezzi pianistici più difficili in assoluto.

Eppure… l’altro giorno ho scoperto la chiave per bypassare ogni difficoltà terrena:

riuscire a stare nel tempo presente, decidendo cosa accade nota per nota, silenzio per silenzio, accento per accento; si apre un vero e proprio portale.

Dimenticate quindi il luogo comune che vuole Chopin riprodurre a tutti i costi sulla tastiera il belcanto belliniano, anzi, è proprio quella la trappola che vi impedisce di suonare questo meraviglioso e vibrante notturno come si deve, rischiando di fingere, di fare grossolani recitoni.

Fra l’altro, il notturno diventa impossibile tecnicamente;

  1. ci sono troppi cambi timbrici,
  2. livelli di dinamica impossibili da sostenere, come il fff a metà notturno
  3. legati timbrici da rompicapo cinese,
  4. sovrapposizioni parallele,
  5. archi di respiro troppo lunghi per un approccio tecnico razionale.

Ad esempio, se gli date la massima espressività, è impossibile suonare questo passaggio di seste che ha un arco di apertura infinito

e qua riuscite a creare 3 piani sonori paralleli più uno di silenzio?

Qualche esempio, per intenderci meglio e perché possiate comprendere i differenti atteggiamenti interpretativi e saperli riconoscere nelle interpretazioni da voi preferite, sfuggendo ai gusti personali.

Orizzontale, dentro il flusso del tempo lineare, controllo razionale, nonostante le grandi capacità della Pires e momenti belli e poetici,  in alcuni momenti mi annoia perché deve ricucire, subisce la dura legge dell’Effetto Chopin: inevitabilmente prende delle toppe

Nota per nota, fuori dal flusso del tempo, verticale, mi tiene inchiodato all’ascolto in ogni momento

Restate totalmente con voi stessi e le vostre emozioni, suonando letteralmente suono dopo suono, rischiando come fosse un salto nel vuoto, non solo lo suonerete bene riuscendo a padroneggiarlo, ma regalerete ai vostri ascoltatori un’esperienza indimenticabile.

E non dimenticate, gli abbellimenti sul battere! Vi aiuterà a non essere sbattuti nel flusso del tempo.

Alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.