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Che bello vedere i movimenti

armoniosi del braccio di un pianista sulla tastiera: corrisponderà a tanta armonia anche una reale sensazione di piacevolezza? Stiamo parlando della condizione sensoriale, un concetto tuttora inesplorato dalla prassi didattica.

Immaginate di prendere il sole alle braccia, o di spalmarvi sopra una crema o un olio e osservatevi: sentite come le braccia hanno bisogno di aprirsi? Esattamente il contrario del movimento che dovete fare per mettere braccia e mani sulla tastiera: ricordare questa sensazione vi sarà utile. Immaginate ora di suonare con la stessa sensazione di piacevolezza e benessere, anzi di più: attraversate la musica con questa sensazione. Noterete subito un cambiamento interessante e soprattutto radicale: un mondo nuovo si apre.

Certo, non partirei a sperimentare la condizione sensoriale dalle Variazioni su un tema di Bach di Max Reger, ma con pezzi idonei che, a secondo del vostro livello di studi o desideri, potrebbe andare dall’eufonico Notturno op. 27 n° 2 di Chopin, al primo preludio del primo libro del Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach, passando per la K 576 di Mozart oppure quella che a mio parere sembra nata per accompagnare la corretta condizione sensoriale: praticamente tutta la produzione pianistica di Claude Debussy.

La condizione sensoriale vi può aiutare immensamente a vincere la timidezza perché imparerete a riflettere di luce vostra e può essere risolutiva in aspetti molto avanzati del pianista professionista, come quello di farsi sentire chiaramente in una grande sala: i piani da concerto moderni non hanno alcun problema a farlo tuttavia, se qualcosa in voi o nella vostra energia trattiene o si nasconde, si trasmetterà immediatamente in un timbro opaco od ovattato rendendo difficile il compito al vostro strumento e tutto ciò nonostante qualsiasi perizia tecnica possiate possedere.

Pianisti che da subito mi hanno sempre colpito, perché le loro braccia sembrano vivere uno stato di estasi e godimento continuo, sono Alexandre Kantorow e Joquin Achucarro.

Da ora in poi anche voi potrete verificare quali pianisti provano piacere a suonare con le proprie braccia e quali sono più… sacrificali e si affidano di più all’orecchio, allo studio intensivo e mortificano negando uno stato piacevole proprio a chi – concretamente – permette loro di suonare: le braccia.

Riassumendo per entrare in una sensazione di piacevole condizione sensoriale

  1. prendendo il sole e poi immaginandolo (farlo con una certa attenzione vi guiderà attraverso tutte le zone di tensione);
  2. immaginando o facendolo concretamente almeno la prima volta, di mettere sulle braccia un olio o una crema;
  3. creando una sensazione di ebbrezza ruotando due o tre voltre su voi stessi e poi precipitandovi a suonare un pezzo e facendovi guidare.

L’argomento vi stuzzica? Ne parliamo a lezione di piano: qua da me o online.

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.