Questo è un articolo comparativo un po’ atipico.
A novembre uscirà il mio nuovo libro Seitai al pianoforte in cui, per la prima volta in assoluto, un importante spazio sarà dedicato alla respirazione del pianista.
Questi alcuni dei temi che tratto:
- il movimento continuo tra tensione e distensione
- equilibrio posturale tra muscolatura dorsale e ventrale
- 5 movimenti, 5 dita, 5 vertebre dorsali…
- Grave doppio movimento (equilibrio tra pulsazione e respiro di 4 a 1)
Mentre sto rivedendo il capitolo mi imbatto in questi due video (il terzo movimento di Noches en los Jardinos de Espana di Manuel de Falla) e ne approfitto subito per farvi notare la differente qualità interpretativa dal punto di vista della… respirazione.
Alicia de Larrocha: il respiro è ampio e profondo, il gesto pianistico diventa quasi estraneo alla meccanica rigida e strutturale della tastiera, perché le sue mani toccano, danzano, il suono si colora, diventa orchestrale. Il lungo passo a mani pari a distanza di due ottave è allo stesso tempo cantato e danzato, ma soprattutto respirato, riesce ad “ammaestrare” il suono del grancoda Steinway.
https://www.youtube.com/watch?v=TY8o6_7G_Uk
Yuja Wang: praticamente non respira. L’apnea continua crea un gesto pianistico che – scusate il paragone – sembra quello di un’eccellente segretaria al suo primo giorno di lavoro. Il suono non è potente, non è colorato. il passo a mani pari sopracitato sembra ora Bartok, ora Prokofiev, lo Steinway non obbedisce e non si accende…
Forse vi sarà chiaro il PREZZO ALTO che pagano i pianisti della nuova generazione, per portare la tecnica alle estreme conseguenze e poter essere in questo modo visibili e competitivi… senza togliere niente a Yuja Wang che è un’ottima pianista e chissà cosa diventerà quando saprà interiorizzare la propria esperienza pianistica e… respirare.
