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Nella serie degli armonici naturali

la sesta appare lontana dalla fondamentale e trasmutata in due forme diverse: al tredicesimo posto come sesta minore molto crescente e come settima minore molto carante al 14° posto. La terza invece appare ragionevolmente prima, ben rinforzata (quinto e decimo armonico) e calante di poco, 14 cent.

Eppure…

il gioco di terze—seste: pensate quanto ne è costellato il pianismo

  1. spacciate per sorelle senza sapere che una è una brava ragazza (la terza) e l’altra sbarazzina.
  2. Come bari delle case da gioco, si rivolta la terza dentro l’ottava e il gioco è fatto, nessuno se ne accorge…
  3. Sovrabbondanti e format caratteristico del pianismo di Brahms, addirittura strutturale e congenito, tenetelo a mente, capirete poi il perché.

Stando così le cose è il pianista che, come il pollo delle case da gioco, senza neanche rendersene conto, le tiene insieme con il proprio orecchio e le proprie dita praticamente da sempre, e quindi a rigor di logica dovrebbe bastare un niente per farle precipitare al loro stato naturale, ovvero primitive e stonate.

Vogliamo provare? Chiudete gli occhi e fate partire il video…

Louis Lortie, nonostante un calibratissimo pianoforte Fazioli, cucito su misura del belcanto italiano, produce delle seste meravigliosamente stonate, delle volte di ruvida bellezza… Sia ben chiaro, prima che l’ingegner Fazioli si arrabbi, Lortie sfugge al temperamento perché si lascia andare, per enfatizzare la bellezza e pienezza dell’espressione, il peso del suo braccio è allora libero e incondizionato…

Per i più scettici…

Pianoforte stonato o pezzo di musica contemporanea?

No, è lo studio sulle seste op. 25 n° 8 di Chopin. Questa volta la causa scatenante del denudamento delle seste nel loro stato reale non temperabile, non è il braccio libero, ma l’audacia tecnica dell’alta velocità staccata dal grande Lazar Berman, che ne mette a nudo la povertà armonica  — questa volta con la complicità di uno Steinway, cucito su misura degli armonici — mettendone però in luce la vera bellezza. Vi accorgete che siete stati teletrasportati su un altro piano sonoro nei quattro accordi finali dello studio, che riportano il pianoforte al suo stato… temperato abituale.

E forse adesso riesco a comprendere, insieme a voi, perché Brahms ami così tanto le seste, lo aiutano a rendere il suo suono pianistico così caratteristico, sempre pieno, sinfonico, abbondante, ma con della materia oscura…

Negli articoli dedicati alla filologia della naturalezza, sviscerando il pianismo di Brahms, ho parlato del taiheki laterale passivo, una tendenza congenita ed ereditaria che porta ad introiettare le emozioni che fa sì che l’orecchio sia meno sensibile ai suoni acuti. Conferma il bisogno organico di seste, della loro povertà armonica nonostante il temperamento.

Tutto torna, alla prossima

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.