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La difficoltà nell’affrontare la tecnica delle ottave pianistiche

sta tutta nel non prendere nella dovuta considerazione (perché non lo si conosce) il funzionamento duplice del braccio. Per questo le vostre ottave vi verranno quando penserete ad un binario che porterà il treno della vostra tecnica lontano.

Se ci fate caso, i due ostacoli principali ad una tecnica delle ottave pianistiche fluida sono:

  1. il braccio che si irrigidisce quando prendete velocità
  2. il braccio che si inibisce quando temete i salti

e accade perché vengono confuse e/o sovrapposte due funzioni del braccio che, pur operando contemporaneamente sono differenziate:

la longitudinale (l’impostazione e definizione del braccio)

e la trasversale (il suo movimento lungo la tastiera)

in altre parole il treno che scorre su due rotaie…

Vi ricordo che studio e ripetizione non potranno mai sostituire la consapevolezza del movimento profonda, concreta sempre oggettivabile e sempre riproducibile.

Procediamo quindi a riconoscerle e a differenziarle

per avere sempre a disposizione la chiave di ottave pianistiche semplici, efficaci e soddisfacenti.

Il braccio che affronta le ottave longitudinalmente che deve essere sempre fe, ovvero nella verticalità.

Per sperimentarlo fatevi aiutare da qualcuno che vi prenda delicatamente per qualsiasi articolazione, il polso le articolazioni delle dita, il gomito e provi gentilmente a muoverle: vedrete che il vostro corpo seguirà sempre verso l‘alto e in avanti, con gradazioni diverse a seconda della vostra naturalezza motoria.

Oppure sbirciate qua…

Quindi proviamo uno dei due binari: quello del braccio che non deve muoversi lungo la tastiera e man mano che prendete velocità provando ottave “fisse” che non devono spostarsi lungo la tastiera, abbiate cura che il movimento rimanga sempre nella verticalità definita dalle articolazioni (come avete sperimentato prima…), senza che subentrino altre zone muscolari ad ostacolare il movimento. Aiutatevi immaginando di palleggiare un pallone da basket. Cosa che accade nella realtà: persino la tastiera del più scalcinato pianino offre sempre un ottimo rimbalzo.

Quando vi sembra di esserci cominciate ad esplorare l’altro volto del braccio: quello che si muove trasversalmente sulla tastiera. Non avrete mai paura dei salti o delle combinazioni sui tasti neri o di qualsiasi diabolico fuoco d’artificio lisztiano se il braccio è sempre e realmente

pronto e predisposto a muoversi lungo la tastiera,

come non avrete paura di affrontare una curva con la macchina se nessuno vi blocca il volante.

Il braccio rimane pronto se pollice e mignolo sono lasciati tranquilli e pronti a lavorare, perché sono loro due e unicamente loro due che vi permetteranno di muovere il braccio lungo la tastiera.

Quindi il mio consiglio è di mantenere sempre l’impostazione longitudinale (differenziata in estremi, zona media e zona penultima), e contemporaneamente prestare attenzione e avere un occhio di riguardo agli effettivi protagonisti nel movimento trasversale.

Pollice e mignolo punta per un gioco di ottave brillante, bordo esterno per ottave più dinamiche come quelle lisztiane.

Tutto questo per impostare le ottave in modo fluido e soddisfacente in modo generico, ma non finisce qua perché il repertorio è vasto e complesso, le ottave centrifughe di Musorski non sono quelle centripete di Liszt, come quelle narrative di Rachmaninov non sono quelle cantanti di Brahms, ma potrete sempre divertirvi nello scoprire più cose andando qua.

Buona sperimentazione allora e fatemi sapere nei commenti o se volete ne parliamo a lezione online!

Alberto

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.