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Esattamente come la testa

comportandosi come l’ago di una bussola, guida e assiste l’articolazione delle nostre dita sulla tastiera, o “cede” per tenere a bada e controllare l’attività cerebrale e fare in modo che non si surriscaldi

allo stesso modo possono fare le spalle quando, in certi momenti e per certe esigenze energetico spirituali del pianista si attivano e sono loro a indicare e definire il Nord. Il lettore nuovo alle prime armi con il mio linguaggio può andare a vedere questo articolo per comprendere cosa significa connettere le braccia e le mani alle spalle, qua ci limitiamo a osservare il movimento, una parte fondamentale della tecnica pianistica ancora non riconosciuta, ma vissuta ad istinto, quando entriamo in empatia con il gesto e il movimento (alias il respiro…) di un pianista che ci piace.

Questo delle spalle è un movimento che ha catturato la mia attenzione e che vedo spesso fare, con motivazioni diverse, da Daniil Trifonov

e da Igor Kamenz a cui ho dedicato l’immagine in evidenza dell’articolo

Nel caso di questi due pianisti essendo russi, fare questo gesto naturale e istintivo, diventa il ristoro più immediato ed efficace all’intensa loro capacità naturale dovuta al movimento centrale (quello che va verso il basso)

di concentrazione, introspezione e attitudine ad andare dentro… se stessi, dentro il silenzio e nel caso di Kamenz che ho ascoltato dal vivo, di creare un’esperienza incredibile e indimenticabile; ancora cerco negli altri pianisti un’interpretazione della Fantasia op. 49 di Chopin che mi faccia rivivere la sua.

Imparare ad osservare il movimento è la via privilegiata per imparare cose nuove.

Continueremo…

Alberto

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.