Esattamente come la testa
comportandosi come l’ago di una bussola, guida e assiste l’articolazione delle nostre dita sulla tastiera, o “cede” per tenere a bada e controllare l’attività cerebrale e fare in modo che non si surriscaldi
allo stesso modo possono fare le spalle quando, in certi momenti e per certe esigenze energetico spirituali del pianista si attivano e sono loro a indicare e definire il Nord. Il lettore nuovo alle prime armi con il mio linguaggio può andare a vedere questo articolo per comprendere cosa significa connettere le braccia e le mani alle spalle, qua ci limitiamo a osservare il movimento, una parte fondamentale della tecnica pianistica ancora non riconosciuta, ma vissuta ad istinto, quando entriamo in empatia con il gesto e il movimento (alias il respiro…) di un pianista che ci piace.
Questo delle spalle è un movimento che ha catturato la mia attenzione e che vedo spesso fare, con motivazioni diverse, da Daniil Trifonov
e da Igor Kamenz a cui ho dedicato l’immagine in evidenza dell’articolo
Nel caso di questi due pianisti essendo russi, fare questo gesto naturale e istintivo, diventa il ristoro più immediato ed efficace all’intensa loro capacità naturale dovuta al movimento centrale (quello che va verso il basso)
di concentrazione, introspezione e attitudine ad andare dentro… se stessi, dentro il silenzio e nel caso di Kamenz che ho ascoltato dal vivo, di creare un’esperienza incredibile e indimenticabile; ancora cerco negli altri pianisti un’interpretazione della Fantasia op. 49 di Chopin che mi faccia rivivere la sua.
Imparare ad osservare il movimento è la via privilegiata per imparare cose nuove.
Continueremo…
Alberto