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Le nuove teorie della fisica

sulla creazione dell’Universo parlano di un qualcosa, di una forma di energia che si crea ed opera muovendosi tra destra e sinistra

Si sta parlano del movimento intelligente vitale laterale, protagonista assoluto anche della scrittura del più grande virtuoso mai esistito, ovvero Leopold Godowski, una sorta di Houdini della tastiera, dalle piccole mani capaci di compiere le più incredibili magie al pianoforte.

Perché il movimento laterale come nuovo big bang del virtuosismo e perché la maggior parte dei virtuosi può definirsi tale solo se è presente questo movimento tra i propri per naturalezza?

  1. offre una sorta di incoscienza e leggerezza (se si è troppo seriosi il passo difficile non viene o fallisce clamorosamente, in modo ridicolo per l’appunto);
  2. le braccia, con questo movimento canalizzato, sono leggere, come se aveste bevuto un buon bicchiere di vino che vi disinibisce;
  3. poichè i 5 movimenti funzionano sempre contemporaneamente, utilizzando il piano fe per tenere un poco più alzata e sensibile la zona del dito 2, a muovere le dita è la regione circolare, forza e velocità sono alla portata del pianista… virtuoso. E’ il tema conduttore di uno dei più arditi e inediti tutorial sugli studi di Chopin: quello dell’op. 10 n° 10.

Come è strutturata e funziona la mano di un pianista virtuoso

La sua raccolta di Studi sopra gli studi di Chopin, ingiustamente considerata orribile – di certo per invidia perché i pianisti che la sanno eseguire si contano sulle dita di una mano sola – per una sorta di ignoranza che non vede le interessanti e sempre azzeccate riflessioni sul pianismo di Chopin e di certo non peregrine: non ha fatto la stessa ricerca Brahms trascrivendo per terze e seste lo studio op. 25 n° 2? Non sosteneva forse Debussy di essersi fatto una mano pianistica con Chopin?…

Eccone alcune:

  1. trascrivere lo studio op 10 n° 4 per la mano sinistra vi obbliga a portare l’attenzione sulla struttura verticale che nessun pianista a parte Horowitz, ho sentito realizzare;
  2. la trascrizione dello studio op 10 n° 6 vi svela e conferma la natura centrale, il continuum;
  3. sempre per la sinistra del “rivoluzionario” porta il focus sull’autorganizzazione della sinistra, come è in realtà, al posto di esasperare e drammatizzare il cantabile;
  4. con winterwind (lo studio 42), manifesta tutte le potenzialità virtuosistiche racchiuse in potenza;
  5. A partire dal “seme” offerto da Chopin, dello studio op. 10 n° 5 – il più “laterale” di tutti – ha creato addirittura 7 versioni!

Trascrizione dello studio op. 10 n° 4

L’incredibile coordinatore di tutto questo supervirtuosismo è il dito 2 indice

 

Chi ha letto il mio Quaderno di Tecnica pianistica dedicato alla lettura a prima vista e della partitura, riconoscerà immediatamente e a colpo d’occhio, la scrittura laterale.

Ma non è finita…

Stiamo cercando di penetrare un mistero, che nasce dal fatto che ognuno è diverso, unico e irripetibile.

Osservate ancora le mani di Godowski e ditemi quale dito attira la vostra attenzione

 

Il pollice vero?

Corto e tozzo (chissà se “pigliava” l’ottava…). Immaginate ora di prendere il pollice di Godowski o provate con la vostra stessa mano nella stessa zona indicata con il circoletto arancione e cercate di scoprire a che movimento è coordinato ovvero quale dei 5 movimenti muove tutto il corpo.

Sì, bravi: quello di rotazione!

Ecco dunque trovato il super motore e svelato un mistero che ovviamente trovate fedelmente rispecchiato nella scrittura, almeno per chi, come voi ha cominciato a vedere.

Qualcosa che riguarda la struttura trasversale di cui avremo modo di riparlarne.

continueremo…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.