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La vita è come il Jazz,

viene meglio se si improvvisa. Una frase di George Gershwin che però non è conforme alla sua scrittura, totalmente dominata dal movimento verticale, dalla tensione melodica,

dal continuo bisogno di andare verso l’alto

 

 

Quindi la modalità per leggere tutta la sua opera pianistica è quella di seguire il filo d’Arianna della melodia, che ritroverete sempre, in qualsiasi figurazione, come nelle copiose melodia vere e proprie, al punto da sembrare quasi un canto gregoriano omofonico; almeno questo è il lavoro di chi legge la partitura, far convergere verso l’alto, cercando la melodia.

Perché tutto questo?

Qualsiasi immagine di Gershwin andiate a guardare, vedrete sempre il collo teso e allungato, la cui tensione verso l’alto non corrisponde a quella del corpo, soprattutto quella delle mani.

Mi spiego meglio, perché questa osservazione può diventare una risorsa preziosa per un insegnante di pianoforte.

Osservate prima questa foto di Nikolai Luganski, dove il collo teso verso l’alto è una tendenza motoria personale che non offre sensazione di tensione vitale e che si riflette in modo naturale in tutto il corpo e nelle mani, come potete apprezzare immediatamente dalla “presenza” che le punte delle dita del pianista russo hanno sulla tastiera.

Più o meno in questo modo

Nel caso di Gershwin no, a questa tensione del collo NON CORRISPONDE un’adeguata coordinazione delle mani.

Siamo in presenza di una TPE verticale organica del compositore, la stessa che lo porterà a morire di tumore cerebrale, di chiedere senza ottenere, lezioni a Ravel che morirà di un male simile pochi mesi dopo, di rimanere ossessionato dalla struttura compositiva e rigorosa classica, di non riconoscere e connettersi alla propria vena creativa come potete vedere in questa foto che ho selezionato per poter osservare – con il dovuto rispetto – il movimento vitale.

Vedete un uomo contento e sorridente, con delle splendide mani da pianista, inclinato in avanti in una esecuzione sicuramente impeccabile ma… il collo rimane rigido.

Gershwin grande pianista, inclinato in avanti, ma il collo è sempre teso e proiettato verso l’alto

Curiosa la vita, non trovate? E un grande regalo per il pianista, perché abbiamo a disposizione della splendida musica, facile se non quasi immediata, da leggere.

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.