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Perché Horowitz non sarebbe mai riuscito

a suonare il primo studio di Chopin? Perché sarebbe stato sbalzato fuori dalla sua stessa energia, perché non avrebbe potuto attaccarlo con energia più moderata. Rimando il lettore alla fisiologia degli studi che qua trovate, per comprendere immediatamente come la struttura del 10 1 sia f-e. Horowitz nel suo taiheki ha molto del centrale +. Potenza, ma grande dispersione, grande suono (come l’altro grande x, come Lazar Berman), ma grande insicurezza.

La carriera del grande pianista russo, considerato tra i massimi virtuosi della storia è un continuo altalenare di dubbi e insicurezza.

Come potete vedere da questo video e con le cognizioni sulla digitalità di cui siete in possesso grazie agli esercizi che avete sperimentato qua, potete vedere come il movimento delle dita sia sempre a partire dalla radice, sintomo di massima velocità e forza, e chiaramente come il polso si muova non in modo f-e, ma esattamente immediatamente prima dell’articolazione del polso (approfondisci).

Per tornare agli studi di Chopin, il 10 1 per lui è impossibile, ma il 25 10, fatto per lui. Così come Musorski, di cui realizza addirittura una trascrizione e ovviamente il suo “compagno di taiheki” Franz Liszt.

Da molti critici Horowitz è considerato un grande creatore di timbri, e qualsiasi mio lettore sa già il perché… Una buona osei laterale, fondamentale per qualsiasi musicista eben visibile dalla foto qua sotto, osservando come una metà del corpo (utilizzate la linea rossa) è chiaramente più compatta e piccola rispetto all’altra.

E qua viene il bello… La osei laterale, filtrata dalla sua “di fabbrica” fa sì che la manipolazione timbrica sia estrema e addirittura giocata – a livello tecnico – in lunghi passaggi realizzati senza pedale come nello studio op. 42 n° 5 dell’amato Scriabin.

Trovate la stessa corrispondenza della postura corporea come da equazione

le braccia rispecchiano le condizioni del corpo mai viceversa

nella posizione delle mani di Horowitz: definiscono uno spazio che va verso il basso, l’articolazione parte dalle radici delle dita. Il mignolo è quieto, segno che non è attivo il piano f-e. Se volete avere un’idea di funzionamento differente, andate ad osservare il mignolo di Kissin o quello eccessivamente teso di Rakal Blechaz.

La semplice osservazione del taiheki vi permette anche di comprendere, con un rapido colpo d’occhio, tutte le scelte di repertorio del grande pianista russo. Vediamole insieme

  1. Liszt e Musorski (però manipolandoli con trascrizioni) come se fosse a casa sua
  2. Scriabin manipolandolo
  3. Chopin poco efficace
  4. Bach totalmente assente se non nelle grosse trascrizioni manipolate (per la componente verticale nel taiheki di Bach)
  5. Scarlatti e Clementi di riflesso (il movimento frontale è compatibile), ma non approfondito a causa della dispersione

Questa tendenza corporea profonda, su cui ora potete investigare, vi fa comprendere l’odio totale che Horowitz aveva per il suo allora più giovane collega… Glenn Gould. La osei verticale – con la centrale – del grande canadese, li porterà ad avere una totale e reciproca disistima.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.