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Immaginate un morbido gattino…

Sta dormendo tranquillo. All’improvviso un’ orda di bambini fa irruzione nella stanza giocando. Il gatto reagisce immediatamente, rizza il pelo, tira fuori gli artigli, si nasconde. I bambini vanno in un’altra stanza e tutto torna come prima. Come niente fosse, il gatto ritorna a dormire.

Le sue 5 Osei hanno lavorato alla perfezione, hanno reagito allo stimolo improvviso, il movimento vitale è passato dalla tensione alla distensione. La Vita funziona…

Ma… se alla tensione non seguisse la distensione, senza che il gatto lo sappia rimarrebbe una zona della CVP permanentemente sovreccitata. La sua mente non smetterebbe di funzionare, penserebbe a quanto sono cattivi quei bambini, (ossessione psichico-mentale) il suo riposo non sarebbe più quello di una volta, magari un’emicrania lo sorprende al mattino (quello che chiamiamo somatizzazione).

Il morbido gattino siete voi alle prese con il mostro nero a tre zampe. Certe zone precise della CVP rimangono in stato di Tensione Parzializzata Eccessiva, ricorriamo alle medicine, all’osteopata, al corso di rilassamento, all’abuso di metodi e masterclass ma niente accade e niente si risolve in modo definitivo.

Eccovi dunque di fronte all’ultima e importante scoperta del Seitai: la Tensione Parzializzata Eccessiva. Ora che conoscete il movimento vitale continuo che costruisce la vita, il funzionamento rigoroso delle Osei, e quella particolare e unica per tutti noi (il Taiheki), abbiamo anche la possibilità di comprendere e vivere quale di questi movimenti si coaugula, si congela.

E’ questa divergenza tra la vita creata e la vita che Crea, a costruire i malesseri quotidiani e le contraddizioni che vive il pianista di oggi. I metodi hanno preso il comando sulle nostre dita. il desiderio di riprendere gli studi deve passare sotto le forche caudine dei videotutorial e delle ricette spicciole, il concertista è succube delle necessità del mercato…

Ogni strumentista sa che le sue catene muscolari risentono dell’uso specializzato che ogni strumento richiede, il concertista sa che in qualunque momento della sua carriera potrebbe fare capolino una crisi da palcoscenico, o avere seri disturbi alle dita. E’ storia recente il forfait del nostro pianista italiano alla semifinale al Concorso Chopin 2015. Oppure non sentirsi all’altezza, cambiare metodi e insegnanti, non riuscire ad adattare la mano all’età che avanza. La lista è infinita.

Come si manifesta il tuo grumo vitale? Sarebbe una buona cosa prestare attenzione e rifletterci un attimo piuttosto che incaponirsi sulle ottave che non vengono…

Non importa la forma che prendono i malesseri del pianista, sono il Grillo Parlante che confeziona la vita, affinché la nostra prepotente mente vestita ripari le necessità dell’altra mente spontanea che nasce dalle nostre cellule.

E’ per questo motivo che non esiste un metodo per suonare il pianoforte, e che il talento può non bastare. Persino Glenn Gould, un pianista noto per la sua digitalità prodigiosa, un pianista che diceva “Non chiedetemi come faccio a suonare, altrimenti è come chiedere a un millepiedi che cosa muova per primo”, ha passato un lungo periodo di inattività cercando i sassolini bianchi di Pollicino che lo riportassero alle sue dita, senza contare i pianisti che hanno dovuto troncare la carriera per seri problemi alle dita (non viene pubblicizzato mai, come invece si fa per vendere i metodi…).

Poiché questa zona particolarmente tesa non riposa mai, neanche quando dormiamo, comincia a indurirsi. I tessuti induriti coinvolgono altre membrane e le spostano in zone che non gli corrispondono. La sua forza è tale che muove vertebre, le vertebre pizzicano i nervi e… Dove vanno questi nervi? Al sistema Nervoso, tanto centrale come Neurovegetativo o Autonomo.
Questa eccitazione nervosa, dipendendo da che nervo è stato toccato, ci provoca un sentire o un disagio concreto. E’ allora che la nostra psiche diventa un cielo pieno di nubi grigie…

In questo senso la pratica di Katsugen Undo e di Yuki sono i migliori antidoti e i migliori strumenti per risolvere la TPE.

Ricorda però che Seitai non è un metodo terapeutico, ma una Cultura che offre strumenti vitali utili per osservare come vive la vita dentro di noi e come possiamo coltivare la salute.

Praticando gli esercizi, potrete rendervi conto da subito della coaugulazione vitale, alcuni movimenti vi riusciranno difficili, o addormentati, in più, queste poche indicazioni vi aiuteranno nell’osservazione, su voi stessi o sui vostri allievi se chi legge è un insegnante.

Vi rivelo un segreto

Il movimento delle braccia proviene dalla CVP, mai il contrario. Però… le braccia aiutano a sostenere i coauguli vitali della CVP ecco perché potrete trovare il filo d’Arianna per ritrovare la condizione di partenza: la coordinazione vitale.

Cominciare a osservare lo stato reale di ogni regione delle estremità ci può orientare in situazioni spesso complicate e imbrogliate. Per esempio, neanche durante il sonno appena varia lo stato teso o rigido di:

Le dita 1 e 5 flesse o estese soprattutto dai lati esterni:
• stagnazione della tensione A frontale, in cui non si sta rilassando la serie periferica delle estremità della CVP e la psiche o mente pragmatica.
La memorizzazione risulta difficoltosa, come difficoltoso è gestire il panico da palcoscenico, rendere la struttura di un pezzo complesso (una sonata, per esempio). La tendinite indica la difficoltà dei muscoli a detendersi.

La zona mediana di alcune dita flessa o sporgente, soprattuto del dito 2 e anche il ponte del piede:
• stagnazione della tensione A laterale, dove non riesce a rilassarsi la serie periferica della zona mediana della CVP e la psiche o mente emozionale, gustativa e mediatrice.
Diventa laboriosa la ricerca della cantabilità e di un buon tocco, tutte le ornamentazioni, le scale per terze.

Tutte le dita strette, come a fare pugno a partire dalle dita 4 e 5 (in particolare dal dito 4):
• stagnazione della tensione A rotatoria, in cui non può distendersi la serie periferica delle zone intermedie, soprattuto la zona penultima/base della CVP e la psiche o mente competitiva e conclusiva.
Difficile tenere il tempo, la tecnica degli accordi, le scale per seste, difficoltà di autocontrollo auditivo, acufeni, molto pronunciati se il Taiheki del pianista è rotatorio, come per il grande compositore Beethoven.

Tutte le dita molto raccolte di entrambe le mani a partire dalle dita 4 e 5 (soprattutto 5):
• stagnazione della tensione A centrale dove non sta rilassando la serie medulare della zona intermedia , soprattutto la zona penultima/base della CVP e la psiche o mente affettiva e assoluta.
Vergogna di suonare, stato di eccessiva introversione, avere mete più grandi di quello che si può sostenere, mancanza di personalità.

Il semplice fatto di osservarlo e tenerne conto ci permette di distinguere le TPE momentanee o superficiali (incluse quelle professionali per lo strumentista, dovute all’abuso di specializzazione muscolare) da quelle permanenti e profonde e poter conoscere la naturale tensione A, personale in ogni individuo.

Un sospiro di sollievo per il pianista e per l’insegnante!