Date un’occhiata a questa mappa dedicata all’Effetto Chopin. In merito al movimento rotatorio faccio cenno al problema dell’estensione della mano, che costò l’ossessione al pianista Adolf Henselt.
Vi parlo in questo articolo di uno dei tanti segreti di Chopin: quello di risolvere le grandi estensioni, senza perdere tempo in esercizi preparatori che siano disgiunti dall’essenza musicale. L’eccezionale pragmatismo del pianista polacco è tale che molte indicazioni tecniche sono criptate nell’incipit.
E’ il caso del primo movimento dell’op. 35, con le “infernali” estensioni della mano sinistra.
Vi ho evidenziato il 4 dell’anulare della mano destra, perché, se lo appoggiate alla tastiera, scoprirete una cosa curiosa: il vostro corpo riesce a “torcersi” verso dietro con grande facilità ed efficacia. Comprenderete che con questo “meccanismo” iniziale, Chopin voleva mettere sulla buona strada le vostre mani.
Dopo aver sperimentato la coordinazione rotazione/anulare, cercate il giusto andamento ritmico.
Ora, se avete cura di utilizzare l’anulare per mantenere la flessibilità e la disponibilità alla torsione, vedrete che la mano sinistra svolgerà il proprio lavoro senza fatica ed esitazione, articolando bene ogni nota, ben sincronizzata e… senza dover allargare la mano. Da provare!
Una nota sulla diteggiatura
Nella partitura da cui ho tratto gli esempi, il tema veniva così diteggiato: 42, 123. Tale diteggiatura, un pò all’italiana, nel senso che privilegia sempre il 2 e il 3, non permette di mantenere libero l’anulare e garantire la necessaria coordinazione con il corpo. Meglio 42, 342.