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Approfitto dell’interessante video/intervista del pianista e compositore Marco Catarsi

per riflettere insieme su un aspetto interessante della tecnica pianistica visto dalla logica del movimento vitale spontaneo e intelligente.

Il video di Marco Catarsi

Un’attrice mi raccontò una volta di un seminario di Teatro NŌ in cui l’insegnante sbalordì gli allievi perché posto da un lato del palcoscenico, lo videro improvvisamente apparire al lato opposto! Si era mosso lentissimamente…

Ancora: dicono che la tecnica per essere invisibili sia quella di rimanere immobili…

Ecco lo spunto per questa riflessione, che vuole codificare il termine Tecnica Invisibile in capacità concreta e oggettiva di restare dentro un movimento verticale e/statico. Molte pratiche marziali vi insegnano a muovervi lentissimamente, come la camminata zen, ma come portare tutto al livello della tastiera del pianoforte e poter usufruire della grandiosa tecnica invisibile di Arturo Benedetti Michelangeli?

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In questa immagine vedete le mani del pianista perfettamente coordinate al Sistema Nervoso Centrale e alla sua attività biologica e attitudine psichico-mentale contemplativa.

Come ottenerlo facilmente?

Appoggiate leggermente alla tastiera i polpastrelli, sentirete che tutto il corpo può “ergersi” verso l’alto con facilità. Restate in questo movimento ciclico di tensione/distensione verso l’alto/basso, finché non sarete sicuri che le braccia siano coordinate.

L’asse centrale che nel corpo è rappresentato da colonna vertebrale e midollo spinale, nelle braccia è assente, ma degnamente rappresentato dalla linea che va al dito medio.

Questa linea deve poter rimanere immobile.

Come?

Provatelo prendendo un oggetto qualsiasi con estrema delicatezza, sperimenterete immediatamente che quella linea rimane sempre quieta.

Provate adesso a rimanere immobili…

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Cosa vi permette di farlo senza tensioni? La testa che punta verso l’alto come l’ago della bussola punta il nord. Ora provate questa immobilità suonando alla tastiera, vi renderete conto che le braccia sempre ubbidiscono al corpo se il corpo è coordinato, un segreto della tecnica pianistica mai svelato perché sempre focalizzata su braccia e mani, che sono solo strumenti…

In questo video vedrete una cosa eccezionale. La sensazione di immobilità e la stabilità della sua linea del terzo dito di Murray Perhaia in un pezzo tempestoso, lo studio op. 10 n° 4 di Chopin, uno studio straordinario e geniale per mettere alla prova attitudini trascendentali del pianista

Lo stesso studio, eseguito da Horowitz, la stessa sensazione di stabilità crea un’illusione auditiva straordinaria: lo studio sembra fermo!

Le reali difficoltà degli Studi di Chopin sono in tutt’altra ottica, ve ne renderete presto conto quando uscirà il mio nuovo libro Seitai al pianoforte…

Intanto vi lascio alle vostre sperimentazioni, fatemi sapere!

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.