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L’arpeggio finale

dello Studio op. 10 n° 4 di Chopin ha un’architettura particolare che, se non ben compresa, può renderne inefficace l’esecuzione.

L’arpeggio si comprende bene se lo inserite in una coordinazione verticale. Il movimento trasversale viene garantito da pollice e mignolo, senza dover impegnare o sovraccaricare le dita intermedie, soprattutto l’indice “scalando” l’arpeggio, o l’anulare discendendolo.

Per avere subito idea della differenza di architettura motoria basti vedere quello altrettando famoso dello studio op. 10 n° 1, “mosso” però dal bordo esterno di pollice e mignolo.

Per esercitare con efficacia l’arpeggio e imparare a fidarsi delle proprie dita e del lavoro di definizione della verticalità di pollice e mignolo, può essere utile questo estratto dall’Etude-Tableaux Op. 39 n° 6 di Rachmaninov, dove potrete comprovare che, se non lasciate tranquilli il pollice e il mignolo, le altre dita si “incastreranno” facilmente…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.