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…della propria creatività, avrebbe scoperto i segreti dell’articolazione digitale pianistica.

Quali cose
dunque, non funzionano nella sua opera più famosa Il pianista virtuoso? Essenzialmente due:

  • sviluppando gli esercizi alla distanza di una sesta il pianista rimane condizionato dall’idea di dover “allargare” (cambiare forma) la mano, coinvolgendo muscoli (i lombricali) che sono destinati ad altro uso: suonare gli accordi per esempio.
  • la destinazione “forzata” di ogni esercizio nasconde la chiave per dare alle dita la stessa forza ed una regolarità unanime.

Ha però azzeccato scegliendo per le esercitazioni il funzionamento a mani pari piuttosto che a moto contrario, coincidendo così con il funzionamento reale degli emisferi cerebrali e facilitando l’apprendimento.

Ma gli sarebbe bastato aggiungere una sola nota

che si sarebbe unito a chi i segreti dell’articolazione li ha scoperti veramente:

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.