Nell’immagine in evidenza
vedete un fantastico controsterzo eseguito da Antonillo Zordan su FIAT 131. Vediamo dunque insieme in cosa consiste e come realizzare… il controsterzo pianistico!
Ognuno dei 5 movimenti definisce e compartecipa la verticalità :
- il verticale andando rigorosamente verso l’alto
- e al suo opposto il centrale che va verso il basso (e chi li padroneggia entrambi come una molla sarà un Dio a suonare Bach!)
- il frontale avanti in linea retta,
- il laterale perfettamente perpendicolare al verticale
- e il rotatorio mescolandoli entrambi (qua per esercitarli).
Tuttavia ce n’è uno, il Giuda della situazione, se mi concedete un paragone evangelico, che può sviare tutti gli altri dalla “retta via”.
Riuscite a individuarlo?
Esatto! E’ quello rotatorio. Quindi, da ora in avanti fate caso a cosa accade alle vostre mani.
Di fronte
- ad un dubbio tecnico,
- di fronte alla paura di non eseguire un passo come si deve,
- o ad un eccesso di autocompiacimento delle proprie capacità ,
vedrete le vostre mani o una in particolare, “abbassarsi” ruotando lievemente. A me personalmente capita quando certo di eseguire a velocità sostenuta lo Studio op 10 n° 2 di Chopin, per me una vera e propria cartina di tornasole della digitalità pianistica e quello che per la mia mano pianistica più di tutti rappresenta quanto manca allo sviluppo di una tecnica fluida, creativa ed efficace.
Ecco dunque rivelato il “controsterzo“.
Prendetene atto e modificate l’assetto, recuperate la verticalità , insistete se questo movimento che vi allontana dalla totale soddisfazione tecnica pianistica è dovuto ad abitudini contratte con falsi insegnamenti.
Buon rallie pianistico dunque! E a presto.
AlbertoÂ