Ho recentemente scoperto
il pianista canadese di origini polacche Jan Lisieski, un giovane preceduto dalla sua fama e che vanta ottime referenze, tipo quella di registrare per la Deutsche Grammophon dall’età i 15 anni. Potete immaginare quindi la mia sorpresa nel sentire un pianista dal suono freddo che comunica poco o niente, ma soprattutto dall’incredibile quantità di errori, comprensibile per un esordiente o un amatore, non accettabile per un professionista di tale livello.
Cercando quindi una spiegazione la prima cosa che mi colpisce è la sua postura eccessivamente verticalizzata, come se fosse presente nel giovane e talentuoso pianista una tensione continua e una sovreccitazione interna per cui il suo errore è una scarica di questa tensione continua.
Un tema interessante da non trascurare che dovrebbere essere portato all’attenzione di questo pianista e di tutti quelli con un’attitudine simile. Peccato, perché gli errori sono veramente tanti e la loro risoluzione in profondità migliorerebbe di non poco la sua capacità interpretativa.