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Immaginate Scriabin

e la sua quinta sonata eseguita su di un fortepiano di fine 700. Difficile esprimerne il contenuto, impossibile nel caso non l’abbiate mai sentita al pianoforte. Mozart, un tantino in avanti per i suoi tempi (sua è la prima serie dodecafonica della storia…), si è ritrovato ad amare il pianoforte senza che questi fosse ancora perfezionato come quelli moderni.

Questa è la prima ragione che rende quasi impossibile il pianismo di Mozart, tanto quello di Haydn efficace, funzionale e divertente. La seconda l’abbiamo già incontrata analizzando la sua naturalezza e il suo movimento vitale: una combinazione tra laterale e centrale attivo (bacino che apre). La sua velocità interiore rende impossibile l’attuazione anche su un pianoforte moderno, come ne parlo in questo video-appunto.

Ne ho già parlato quando ho inserito Mozart nel Pianismo dell’impossibile, saperlo cambia la prospettiva dell’interprete perché diventa conscio di una sfida senza soluzione. Quanto Mozart è fisiologico con la voce, tanto è irrealizzabile con il pianoforte. Glenn Gould lo aveva capito, anche se aveva seppellito questa consapevolezza sotto il suo humor caustico e volutamente controcorrente.

Per tutti gli altri interpreti, un’inebriante sfida.

 

 

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.