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Un esperimento straordinario

non preparato, grazie alla gentile collaborazione del pianista Luca Truccolo presente in sala e con la complicità di un pianoforte straordinario: il Fazioli Silver.

Senza interpretare in modo attivo, ma utilizzando un dito alla volta (una prassi didattica di Chopin), potrete ascoltare come queste in modo evidente e incontrovertibile creino un suono differente.

  1. Un canto aperto e spiegato con il dito indice
  2. introiettato, come la mezza voce tenorile utilizzando il terzo
  3. l’anulare che accende il suono essendo collegato al movimento di torsione e quindi all’orecchio
  4. le molteplici funzioni del mignolo.

Avevo già presentato questo video in un altro contesto, quello di un’altra celebre e profetica frase di Chopin: il terzo dito è un gran cantante.

Approfondire e comprendere questa frase ci porta ad aprire le porte ad un altro mistero pianistico, mai affrontato dalla tecnica pianistica: le tre diverse funzioni di ciascun polpastrello.

Infatti il terzo dito è un grande cantante solamente quando suona utilizzando il lato del polpastrello che dà verso l’indice. Potete quindi andarvi a rivedere il video per cogliere quale lato – a puro istinto – Luca utlizza per seguire il filo della sua esecuzione del Preludio di Chopin.

Un preludio perfetto per sperimentare la sottigliezza infinita di tocco. Ve ne suggerisco alcune:

In questo caso riuscire ad ottenere l’effetto di mezzavoce di un tenore professionista (che per realizzarla smorza il suono con le labbra superiori)

Quando è ben centrato diventa un potente organizzatore tecnico, come ho avuto modo di parlarne di in questo articolo.

Inoltre comprenderete subito come una diteggiatura base e standard o prefissata da terze parti sia assolutamente fuori luogo, troverete infatti – grazie a questa nuova logica – una vostra e comprenderete meglio il processo della diteggiatura di un pezzo.

Questo punto è “pericoloso” e a rischio di toppa anche per un professionista perché, per caricare della massima potenza cantante il dito indice ad istinto si usa la parte centrale del polpastrello, quindi si rimane spiazzati nel piccolo salto che segue che non sempre ha il suono adeguato.

Qua avete due scelte: quella che vi ho indicato con il lato esterno del mignolo dito 5 per aprire il canto e dargli struttura o il lato interno per “introiettare” spiritualizzando.

Si aprono nuove strade e nuovi parametri della tecnica sono ora alla portata di tutti.

Una simile conoscenza vi può permettere per esempio, di conoscere dall’interno la meccanica necessaria a risolvere problemi tecnici apparentemente impossibili come in questo caso

Feux follets Franz Liszt

Dove il pollice appoggia a partire dal lato esterno del polpastrello e garantisce la spinta motoria affinché il lato interno del mignolo possa lavorare i questa particolare combinazione di doppie note.

Solamente a partire dalla lettura di questo articolo un dilettante alle prime armi può già:

  1. ragionare come un grande interprete
  2. evitare errori
  3. comprendere come diteggiare
  4. comprendere le soluzioni tecniche
  5. rendersi conto che il famoso “istinto” e “talento” del pianista poggia in realtà su basi oggettive.

Niente male, vero?

Continueremo… 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.