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E’ opinione corrente che l’uomo,

eretto per naturalezza, debba subire la gravità pesando sulla propria indifesa catena lombare e pertanto, facendosi “aggiustare” periodicamente da operatori con pochi scrupoli etici. Non c’è niente di più sbagliato. In realtà l’uomo è nato per essere verticale, e quello che manca è solo la coordinazione della CVP (spesso non sappiamo che se la catena lombare è la base della schiena, il bacino è la base del corpo).


La coordinazione si riflette sulle gambe rendendo così l’essere umano perfettamente idoneo – grazie a tre punti d’appoggio, il primo metatarso dell’alluce, la parte esterna del piede, il tallone – a stare sulla terra in 5 dimensioni. Quindi la postura verticale è indispensabile per far funzionare l’interdipendenza dei 5 movimenti vitali. Ne è testimonianza il diaframma che – per funzionare spontanamente – non utilizza la osei verticale. Tuttavia la sua presenza virtuale è garantita proprio grazie all’interdipendenza dei 5 movimenti rendendo l’uomo l’unico essere sulla terra che può bloccare la propria respirazione petto-ventrale per “menate” inesistenti.

La stessa legge naturale non può non riflettersi nell’ambito della tecnica pianistica, dove regna l’illusione che con i pianoforti moderni si debba “pesare”, o “andar di braccio”. Se la verticalità è corretta e si interconnette con tutto il sistema vitale ci sarà l’energia giusta per ogni tipo di suono ed esigenza pianistica: dal jeux perlé alle colossali ottave martellate di Liszt. Per dirla con Mozart: “non un muscolo in più del dovuto, Maestà.

Carl Czerny – più che la sua opera didattica in sé – diventa per noi colui che ha compreso ed interiorizzato che la forza di gravità non esiste e una corretta verticalità offre la struttura agli altri movimenti.

In questo video ascolterete l’Exameron – variazioni sulla Marcia dai Puritani di Bellini – scritte a più mani da Herz, Pixis, Czerny, Chopin e collegate dall’onnipresente Liszt. Apprezzerete subito il pianismo in assenza di gravità di Czerny (a 1:45), rispetto al jeux perlè tutto bilaterale di Herz (all’inizio), al giro in pista con auto da corsa di Liszt (a 3:01 subito dopo Czerny). Avrete anche un’idea più chiara dell’enorme divario con il pianismo moderno, completo e integrato di Chopin (a 5:05).

per questo affianco il pianismo di Czerny a quello di Ligeti, sua evoluzione antigravitazionale per eccellenza.

Ecco lo studio di Chopin NO GRAVITY per eccellenza (il pedale andrebbe messo solo alla fine…): l’ Op. 10 n. 4.

La tecnica Alexander parte dall’osservazione geniale che la postura verticale è quella più conveniente per ogni realizzazione umana. Ma il seitai completa questa intuizione. La postura verticale (che solo è il funzionamento ottimale e integrato del Sistema nervoso centrale) diventa conveniente solo se integra in modo interdipendente tutte le funzioni vitali espresse dai 5 movimenti. Se non funziona bene quello che nel seitai chiamiamo il FORNO VITALE, ovvero il sistema assimilo-circolatorio e la soddisfazione sessuale, a ben poco servirà il pur validissimo piano verticale.

La tecnica – qualora esistesse – diventerebbe quindi la modalità personale e unica di definire
la regione f-e come lavoro coordinato dei 5 sistemi vitali e soavizzazione di quello inconscio e autoriflesso predominante (il taiheki).

Vediamo un esempio immaginando di essere degli insegnanti a cui si presenta un bel giorno nientemeno che Louis Lortie.

Questo eccezionale pianista franco-canadese ha uno spiccato movimento centrale inconscio e autoriflesso per cui trovare la posizione f-e della mano non sarà quella del trenino e della galleria, ma quella del Being 747 al decollo.

Questo è il dramma e la missione degli insegnanti che, più che a tecniche, metodi, schemi, apparecchi, dovrebbero essere devoti al… corpo. Per lo stesso motivo Keith Jarrett tiene le mani come se dovesse impugnare una zappa, Vladimir Horowitz ha bisogno di tenere le dita stirate e Glenn Goluld il polso basso.

Per tutti la posizione è perfettamente corretta!

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.