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Della correlazione tra Bach e Rachmaninov ne ho parlato ampiamente in vari articoli in questo blog. Torno sull’argomento da un’altro punto di vista…

Il movimento ascendente (il movimento naturale verso l’alto che collega i polpastrelli delle dita con il sistema nervoso centrale e la sua attività psichico-mentale contemplativa) è l’unica chiave di volta che giustifichi il collegamento reale tra due autori così lontani nel tempo ma che, fisiologicamente si suonano allo stesso modo.

Un’altra cosa che li accomuna è quella di essere un po’ indietro rispetto ai propri tempi, Bach attingendo alla stagione passata della polifonia e Rachmaninov scrivendo musica in stile tardo ottocentesco, rifiutando l’unica cosa che l’avrebbe fatto diventare un musicista contemporaneo: scrivere musica da film. Li accomuna anche il rigore e la gerarchia del movimento verticale visibile nella ineguagliabile capacità didattica di Bach e nell’assoluta capacità digitale di Rach che – non tutti lo sanno – trovava difficile eseguire il proprio secondo concerto rispetto al tanto demonizzato terzo.

Capirete quindi perché mi ha subito incuriosito questo video che vede il giovane e talentuoso pianista russo Daniil Trifonov alle prese con entrambi (Rachmaninov che trascrive Bach), per scoprire invece una cosa curiosissima…

Avendo ben chiaro che collegando i polpastrelli al movimento ascendente che si attiva a partire dalla testa, i movimenti della mano dovrebbero farsi minimali e “ZEN”,

potrete osservare il suo anomalo gran daffare delle mani in avanti, un po’ eccessivo in un pianista concertista.

Perché?

Per il semplice fatto che, messo alle strette da un “doppio” movimento verticale, viene in realtà messo a nudo dal fatto che il suo è un po’… deficitario.

Funzionano molto meglio gli altri quattro (per i più osservatori: quello frontale e quello centrale che è “di fabbrica” per i russi). In questo video (da cui ho tratto l’immagine dell’articolo) vedrete da voi stessi che saltare in alto non fa per lui. Mi chiedo anche se non ha per caso qualche problema alla vista (al movimento verticale estremamente collegata)… Non faticherete a trovare altri video in cui vedere il geniale pianista con poderosi occhialoni.

Tutta questa osservazione è fondamentale per offrire una nuova prospettiva alle giovani generazioni di pianisti e far comprendere e permeare nella cultura come la futura tranquillità mentale ed energetica, il successo e la soddisfazione personale non devono nascere dall’abuso di uno o due dei cinque movimenti vitali (verticale, frontale, laterale, rotatorio e centrale) quanto dalla loro armoniosa, unica e irripetibile coordinazione vitale.

Continueremo…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.