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Pratico, veloce, infaticabile, efficace.

Il movimento frontale e la sua resa altamente pragmatica. Un movimento che parte grazie all’alternanza da un bordo all’altro, come per suonare questo:

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Dopo averlo visto in azione, osserviamo insieme come la linea del bordo esterno del pianista Daniil Trifonov sia ben evidenziata. Capirete perché la mia scelta è proprio caduta su questo pianista.

Provate anche voi prendendo da voi il braccio o aiutandovi con un partner, tenendo il braccio ben alzato e accompagnando (mai forzando!) tutta la linea esterna che arriverà fino al lato esterno del mignolo.

Verificherete con grande sorpresa che il movimento del braccio sarà sempre sul piano verticale-frontale. La stessa cosa accade con il bordo interno, che arriva fino al pollice. Ve lo mostro in un pianista che lo evidenzia in modo particolare in tutto il suo pianismo, François-René Duchable.

(N.b.: Vi assicuro che non è un caso che nella foto lo distenda così chiaramente per rilassarlo, perché è il dito guida delle sue mani…).

Se prendete un vostro pollice con delicatezza, senza forzare ma solamente segnalando il bordo, vedrete che tutto il braccio si muoverà con facilità lungo un piano di flessione-estensione (diamine, quello che serve per una buona tecnica, dall’articolazione alle ottave!).

Il movimento umano con la sua controparte psichico-mentale è lo stesso, sia che dobbiate tagliare le verdure e non tagliarvi le dita, che affrontare un must della tecnica come il 10 – 1 di Chopin senza sbagliare le note!

Torniamo per un attimo all’osservazione e allo studio test per eccellenza, l’op. 10 n. 1 di Chopin. Provate ad osservare il movimento delle mani del pianista Peter Nero, che si sta scaldando le mani prima di un concerto Jazz proprio con questo studio.

Il suo bordo esterno è attivo? Definisce il movimento?

Molto meno che in Trifonov. Il risultato tecnico? Meno velocità, una resa meno pragmatica ed efficace, più note sbagliate, qualche trucco con la diteggiatura, ma che profondità e grande ricchezza timbrica!!!

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Approfondiamo. In questa esecuzione dello stesso studio, tra le più incredibili, vedrete il corretto e perfetto funzionamento dei bordi esterni. Ho “catturato” per voi un momento dove – procedendo per puro istinto – Garrick Ohlsson definisce come per segnalare a se stesso… proprio il bordo esterno del mignolo della mano sinistra. Incredibile, non trovate?

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In quest’altro momento invece, vedete chiaramente il viavai continuo, il motore tra avanti e indietro giocato dai bordi esterni del braccio destro. Soprattutto vedete il braccio ben alzato e “open” per esporre chiaramente il bordo esterno.

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A questo punto potete ascoltare lo studio dal vivo e rendervi conto da voi stessi della grande efficacia pragmatica e tecnica. Almeno dal punto di vista motorio, lo studio così eseguito è perfetto.

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Insomma il magico mondo dell’interpretazione pianistica è fatto di queste cose, che sono ora finalmente alla vostra portata leggendo questi semplici e illuminanti articoli e approfondendo con la vostra pratica i miei quaderni dedicati alla tecnica pianistica vista da questo inedito e rivoluzionario punto di vista.

Continueremo…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.