Il Koan: trova la pace muscolare
Non mi stancherò mai di ripetere che Chopin è prima di tutto un genio della didattica pianistica; e non sarà mai abbastanza: guardiamo allora insieme che cosa combina con questo fantastico Boeing 10-7.
Se voi invertiste la successione dei bicordi, diventerebbe lo studio più semplice del mondo, perché definisce esattamente il piano verticale con 1, 5 e asse medulare.
ed è quello che cerca il pianista, perché quando sta studiando, sta sempre canalizzando la osei verticale. Solo che Chopin i bicordi li inverte e il pianista impazzisce sulla tastiera quasi subito.
Chopin è preciso, ha le idee chiare sul pianoforte e vi fa capire subito come deve funzionare un meccanismo, senza alcun compromesso (studio forzato, varianti, ore e ore di esercitazione propedeutica), ma ore e ore di gioia e scoperte.
Questo studio rischia di diventare uno dei più difficili ed essere letteralmente sommerso da compromessi motori.
La soluzione è la stessa del 10-1: far conto sul bordo esterno di 1 e 5.
Approfittate quindi della notina che Chopin vi ha messo (Prokofiev, pianista meno generoso non l’avrebbe mai fatto) per… aprire le ali
Vedrete attivarsi il dito 3 che – guarda caso – è quello che disegna la melodia della mano destra che gioca quasi in contrappunto con quella della sinistra
e gli accenti segnati, che prima era impossibile evidenziare senza sfalsare il libero fluire del movimento, ora appaiono come per incanto.
E dovrete fidarvi delle vostre mani, perché se definite le condizioni giuste, metà del movimento sarà involontario, dovrete solo imparare a lasciarlo accadere, rendendo lo studio un’esperienza viva e gratificante che non avrà più separazione con l’esecuzione pubblica.
Grazie a Chopin sono definitivamente finiti i tempi dove vi accanite su ogni nota cercandone spiegazioni.
Chopin vi mette alla prova – come sempre – in ogni studio; solitamente questi passaggi vengono considerati più difficili: in realtà è la messa a fuoco del meccanismo. Se non vengono è perché non lo avete ancora compreso. Per alcuni studi può addirittura essere il punto di partenza più conveniente.
E vi regala un massaggio vibratorio al braccio, tenendovi d’occhio sino alla fine.
Haruchika Noguchi, fondatore della Cultura Seitai, e tra gli ispiratori di questo mio lavoro, diceva:
se conoscete l’oro puro, vedrete il suo grado di mescolanza nelle leghe
è il caso delle doppie note di questo studio.
Le doppie note sono una prassi tecnica specifica del pianoforte, generalmente uniformata per ogni autore; l’oro di Chopin ci permette di scorgere la differenza:
l’energia della mano – aiutata dalle due misure iniziali – viene concentrata verso la zona dell’anulare
Robert Schumann: Toccata
o verso quella dell’indice e medio
S. Prokofiev: studio op. 2 n. 1
mano compattata verso la zona interna del mignolo
F. Liszt: feux follets
Ci si interroga da sempre sulla mancanza di gioia di Chopin, che raramente scrive in modo maggiore. Egli è di taiheki frontale: la sua gioia è sempre nel movimento.
COSA FA LA MANO NEL 10-7: DEFINISCE E ATTIVA LA PARTE ESTERNA DI 1 E 5;
LA REALE DIFFICOLTÀ È INIZIATICA: TROVARE LA PACE MUSCOLARE.