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Il Koan: mantieni un unico punto focale

Il legame profondo tra Chopin e Bach nasce più dalla sensibilità che dalla cultura. Una sua allieva – arrivata in leggero anticipo ad una lezione – rimase meravigliata nel sentire Chopin eseguire sequenze di Preludi e Fughe dal clavicembalo ben temperato (a memoria!).

L’illustre predecessore del 10-6:

Il colore violetto degli esempi indica il lavoro che fa la mano: utilizzare il piano f-e per compattarsi e spostare l’energia verso la parte più carnosa: la zona della parte interna tra il dito 4 e 5. In queste condizioni le dita funzionano dalla loro base, rendendo concreto il legato.

Se fosse solamente uno studio sul cantabile, non sarebbe da Chopin e basterebbe qualsiasi altro autore. L’utilizzo della coordinazione centrale deve portarvi a trovare un senso di continuità della figurazione, su cui si intreccia la melodia, che non deve mai prevalere.

Lo ha capito bene Leopold Godowsky, trascrivendolo per la sola mano sinistra

Per questo motivo, il koan recita: mantieni un unico punto focale. Quello del proprio centro.

COSA FA LA MANO NEL 10-6: SI COMPATTA E SPOSTA L’ENERGIA VERSO LA PARTE INTERNA DI ENTRAMBI I MIGNOLI;
LA REALE DIFFICOLTÀ: CREARE UN SENSO DI CONTINUUM.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.