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Il Koan ZEN:

Pensa a concluderlo

Accade spesso che un pianista che si trovi con il 10-1, impazzisca con il 10-2 e viceversa. Il bello è che nessuno dei due riesce a capire come faccia l’altro.

C’è un suo perché: cambia la logica del funzionamento della mano.

E’ uno dei pochi studi dove Chopin, consapevole della sua innovazione pianistica, segna espressamente la diteggiatura. E la prima cosa che non riesce a spiegarsi il neofita è proprio quel misterioso accavallamento delle dita l’una sull’altra.Il suono da rendere in questo 10-2 è morbido e misterioso allo stesso tempo, per cui – visto l’Effetto Chopin – la mano va arcuata per spostarla verso la zona mediana.

Quando mangiate, il movimento è morbido e fluido, la mano si arcua: non c’è bisogno di essere pianisti per sapere che le dita 1, 2, e 3 sapranno sempre dove trovare la bocca. La stessa cosa che dovete fare per questo studio. In questa particolare coordinazione, le dita funzionano come un unico corpo con il braccio e il polso. Il problema “tecnico” di questo studio lo trovate nell’intima unificazione tra movimento laterale e psiche emozionale. Basta una qualsiasi tensione (paura di sbagliare, essere suggestionati dalla difficoltà) che le dita si stirano e non riuscite più a suonare il 10-2, che altro non è che una diretta espressione di un particolare movimento umano alla tastiera.Provatelo prendendo la prima falange dell’indice nella sua parte di mezzo e cercando il movimento; oppure l’esatto centro del palmo. Scoprirete un movimento totalmente senza sforzo, il segreto dei pianisti dal tocco fluido e vellutato e quello per suonare il 10-2!

Nel 10-1, la mano definiva la parte esterna gli estremi, in questo – per garantire lo spostamento trasversale sulla tastiera (e non preoccuparsi mai più dell’accavallamento) – deve fare in modo che sia più in alto delle altre dita la zona del dito 2.

Se faticate a trovarla potete fare questo: cercare un movimento della mano che sia parallelo al ventre, dopodiché posizionarla sulla tastiera.

Anche in partitura potete constatare che gli estremi non sono mai definiti a tutto vantaggio della parte mediana della mano

Cercare sempre la zona media

Un pianista che utilizza per naturalezza tale coordinazione e sentito corporeo è lo straordinario Grigory Sokolov. Evidente osservando il suo particolarissimo gioco continuo degli avambracci, che mantengono sempre attiva e disponibile la zona mediana del braccio: il corpo si sposta a destra e sinistra, completamente immerso in questo suono.

Una volta ho provato a imitarlo e vi invito a farlo anche voi: non solo è divertentissimo e rinfrescante per il braccio, ma vi rendete conto che non c’è nessun bisogno di tenere sempre le mani sulla tastiera!

Ed ecco la dimostrazione che tenere la zona del dito 2 esposta faccia funzionare lo studio senza difficoltà e in modo convincente.

https://www.youtube.com/watch?v=IPxEgoe-93s

Attenzione!

Chopin è un didatta e vi “indurrà in tentazione” tre volte. Per evitare che il gallo canti, mantenete sempre la zona del dito 2 esposta e la mano arcuata.

Tentazione 1: “illudersi” che il meccanismo funzioni

Tentazione 2: “congelare” la zona del secondo dito

Tentazione 3: “aggrapparsi” al mignolo

[vc_message message_box_style=”solid” message_box_color=”mulled_wine”]Se toccate con delicatezza la linea mediana del braccio

come illustrato nelle due figure, che vi fanno vedere il collegamento motorio tra CVP e braccia in coordinazione laterale, e ne cercate il movimento, potrete sentire subito se il braccio è bloccato o è disponibile a muoversi coordinato con il corpo. E’ un buon test per chi ha difficoltà con il 10-2, tutto giocato sulla flessibilità al movimento laterale.[/vc_message]

[thb_image animation=”animation fade-in” alignment=”center” image=”642″][thb_image animation=”animation fade-in” alignment=”center” image=”641″]

cosa fa la mano nel 10-2: si arcua ed utilizza il piano fe per esporre la zona del dito 2;
la reale difficoltà: trovare la flessibilità laterale del corpo, separare a livello di suono la apparente doppia funzione della mano.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.