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Appoggiamo alla tastiera il dito 2, l’indice.

Così inizia un nuovo modo di studiare il pianoforte, immaginiamo che vogliamo investigare, da noi stessi sul dito indice, su come funzioni e su come possa risolvere i problemi tecnici…

 

Bilanciarsi lateralmente a partire dall’indice…

Le foto che seguono le ho fatte attaccando lo studio op. 25 n. 6, il famigerato trillo di terze. Sono foto della mano in movimento, la prima suonando in modo volontario, la seconda subito dopo aver regolato  il corpo lateralmente a partire dal dito indice.


Potete apprezzare, come differenza evidente, la maggior sensazione di immobilità e la tranquillità del mignolo e come nella foto a sinistra le dita sono rigorosamente “sopra” i tasti, quanto nell’altra foto no, ci “arrivano”.

Ma non è tutto. Farete un’altra scoperta tanto semplice quanto rivoluzionaria: connettersi a un movimento non implica solamente una gestualità del fisico, ma una percezione determinata su una dimensione concreta della realtà.

Semplicemente provando avrete sentito che con ciascuno dei 5 movimenti in voi si installa una forma psichica e mentale concreta.

Nel caso del movimento laterale la percezione del pianista cambia e così l’ambiente. Gli aspetti tecnici relativi a questo movimento, tocco, cantabilità, jeaux perlé appaiono insieme alla percezione chiara della materia timbrica, al bisogno di empatia, all’emozione che si risveglia. State imparando a studiare o suonare in modo unificato.

Gli studi di Chopin che richiedono la coordinazione laterale, (perché altrimenti, a causa della natura pragmatica di Chopin, non vi verranno mai), sono ben nove su 27:

  • op. 10: 2, 5, 8, 10
  • op. 25: 2, 4, 6, 9, 11.

Vi indico in rosso le note su cui conviene bilanciarsi lateralmente coordinando le braccia con il corpo prima di suonarlo.

Nell’esempio seguente vi faccio notare anche qualcosa che riguarda la diteggiatura; chiunque abbia, anche solo per un attimo, provato la piacevolezza di coordinarsi lateralmente, sentirà immediatamente assurda questa diteggiatura, per quanto didatticamente ineccepibile… per cui o utilizzate il lato del polpastrello del medio orientato verso l’indice (per mantenere la coordinazione laterale) altrimenti è meglio cambiare la diteggiatura e utilizzare il 2.

In questi due studi il tempo e lo spazio per farvi regolare il corpo e bilanciare lateralmente vi viene offerto direttamente in partitura da Chopin in persona…

 

In questo altro esempio, il pianista lisztiano troverà non poche difficoltà ad impedire che la sua mano abbracci l’ottava. Capirete anche che il suo nomignolo salottiero – Butterfly – non è poi tanto insensato. Se coordinate l’indice con il movimento laterale la mano non avrà affatto bisogno di aprirsi per “toccare” le ottave.

 

Se Chopin ha una natura didattica tale da rendere flessibile ogni aspetto tecnico, per Schubert coordinarsi lateralmente è un obbligo dell’interprete, se vuole entrare nel suo mondo interpretativo e non trasformare musica in difficoltà tecniche insuperabili. Persino in un famosissimo attacco dove non vi aspettereste mai di dover cercare una coordinazione laterale:

 

 

L’emozione musicale, che imparerete a trarre dal vostro stesso organismo è rigorosa a livello corporeo: indice destro, centro di gravità nella metà destra del corpo (che è più compatta). L’emozionalità è sempre attiva.

Ma c’è un autore che richiede esattamente il contrario: il suo nome è Johannes Brahms. L’indice sinistro regolerà il corpo nell’altro lato, dalla parte sinistra del corpo, rendendo il pianismo denso e affascinante, anche se povero di suoni acuti:

 

Claude Debussy, grande testimonial del movimento laterale e grande ricercatore di timbri, non riesce a scrivere un brano per pianoforte che non parta dall’indice o che lo coinvolga. Notate in che modo ingegnoso gli da vita in questo inizio e con che preoccupazione addirittura ossessiva le emozioni da rendere sono scritte in partitura.

 

Ma non è finita. Se ruotate un poco l’indice verso la sua parte esterna, avrete un’altra grata sorpresa: il movimento laterale si inibisce e lascia il posto a quello in avanti. Capirete perché Chopin scrisse, negli appunti del suo metodo:

L’indice, che divide in due la mano prima degli squarci

Frase geniale che vi permetterà di risolvere i problemi tecnici dello Studi op. 10 1, 7 e Op. 25 3, 5, a patto di considerare il lato esterno di questo meraviglioso indice rivelatore.

Provatelo con questo celeberrimo brano, la Toccata di Paradisi vero antesignano del 10 1:

 

 

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.