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Prima di tutto mi congratulo con il lettore: io non ho ancora avuto il coraggio di studiarlo! E trovo cosa grata che abbia indicato direttamente “gli studi e lo ZEN” nelle keyword…


Alcune indicazioni che possono risultarti utili:

Se ti metti alla tastiera come per iniziare lo studio (la doppia ottava sul fa#) puoi fare questo lavoro di osservazione:

appoggiando entrambi gli anulari (diteggiatura 1 4),



ti renderai conto che risulta facile e fluido il movimento centrale di compattamento del corpo (verso il basso e in dentro).

Lo stesso accade se lo provi a partire da entrambi i mignoli (diteggiatura 1 5) appoggiandoli però non nel loro centro ma verso il lato dell’anulare.

Il 25 10 è sul binario pronto a partire…

La difficoltà reale a questo punto sarà:

  1. mantenere sempre flessibile il movimento centrale prima indicato (fermandosi per verificarlo quando occorre);
  2. non tenere le ottave nel piano f-e, perché non è uno studio per le ottave; il piano f-e bisogna utilizzarlo solo per trasferire energia verso la parte più carnosa delle mani. 
  3. resistere alla tentazione di allargare la mano quando Chopin – che mette sempre il pianista alla prova – inserirà… una melodiaSe dai un’occhiata a questa mappa andando alle ultime due figure, avrai un’idea della “regione” che va attivata per eseguire il 25-10; ed è proprio il movimento laterale (zona dell’indice), a trasferire l’energia all’anulare. Perché non dare importanza e il giusto rilievo a un meccanismo naturale, pensa Chopin. Quello che per il bruco è la fine del mondo, per la farfalla è la nascita. Quello che per il pianista è una difficoltà aggiuntiva da guadagnarsi sudando, per il pianista evoluto è… una naturale opportunità a cui dar vita. Cziffra, nel video seguente, la coglie al volo, riuscendo a separare melodia da figurazione e addirittura, in alcuni punti mantenendo le ottave in secondo piano.
  4. Non “differenziare” la sezione lenta centrale: è il punto di massima tensione e intimità…
  5. Come ti suggerirebbe Chopin stesso è meglio studiarlo senza pedale.
Un esempio comparativo.
Prima un pianista che non lo ha compreso (strano, perché è russo!).
  • Le ottave sono ad effetto-Liszt (le mantiene nel piano f-e); infatti se osservate le mani sono attivati i bordi esterni di mignolo e pollice e non anulare e lato contiguo di mignolo;
  • capite perché piega le mani verso l’alto prima di iniziare e salta sul panchetto quando finisce la prima galoppata: la regione f-e è sovraeccitata in uno sforzo eccessivo e non funzionale;
  • le note melodiche sulla figurazione sembrano buttate lì con sforzo e non sono in rilievo;
  • la parte centrale non ha nessuna connessione con quanto precede e quanto seguirà;
  • non riesce a produrre alcun effetto di legato se non, apparentemente nella parte centrale, abusando del pedale.
Ora come dovrebbe essere veramente. La miglior esecuzione che abbia trovato finora.

Attenzione! Migliore = più aderente.

Sentirai infatti:

  • il pedale quanto basta, cioè poco;
  • un controllo del crescendo sorprendente: il “gas” è disponibile in qualunque momento;
  • la melodia totalmente indipendente dalla figurazione;
  • la sezione centrale non dà l’impressione della scialuppa del Titanic, ma approfondisce il pathos e l’intimità;
  • prima della ripresa, un esempio di vero legato pianistico! Chopin riprende il disegno delle ottave con la mano sinistra: ad un certo punto ritornano le doppie ottave; quando ascolterai Cziffra, se non hai la partitura sottomano, non te ne accorgerai neanche. Scoprirai allora che ti hanno venduto per pianistico il legato del violino!
  • utilizzare il silenzio per connettersi con la parte centrale.

Gli studi di Chopin meritano un lavoro quasi scientifico, per tornare alla keyword del primo lettore. L’Effetto Chopin fa sì che la cosa più importante sia quella di  trovare il percorso giusto: Chopin non si può interpretare, si può solo eseguire correttamente. Cziffra non suona meglio di Gavrilov: l’unica differenza è che dove uno brancola nel buio – pur avendo capacità tecniche da vendere, rischia di esser buttato fuori a calci a lezione da Chopin – l’altro scopre il binario giusto e ne sa godere appieno sfruttandone tutte le potenzialità. Dita, muscoli, articolazioni, nervi, istinto e sensibilità hanno fatto il resto.

Un motivo in più per non farsi condizionare dai gusti personali o dai cliché. Cziffra, universalmente considerato pianista lisztiano si rivela a noi come chopiniano perfetto. Gavrilov, archetipo del virtuoso russo, fa una magra figura.

Effetto Chopin, l’autostrada dei pianisti.

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.