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A partire dal 2012

cominciai ad utilizzare nei miei articoli estratti di partitura con i colori dei 5 movimenti con il semplice proposito di  chiarire alcuni concetti.

Movimento verticale e “tensione” verso il melodico nella partitura pianistica di Gershwin

O per visualizzare – per la prima volta in assoluto – prassi tecniche che potevano trovare soluzione conoscendo la logica del movimento vitale

La funzione “particolare” del terzo dito come asse medulare

Col tempo queste simpatiche partiture colorate che costituiscono ormai una mia “firma”, hanno assunto lo “status” di nuovo Quaderno di Tecnica Pianistica: quello legato alla lettura a prima vista. Finalmente uno strumento didattico e oggettivo per facilitare la lettura a prima vista (fondamentale per i musicisti professionisti), e base solida per avviare in modo facilitato e sicuro lo studio di un pezzo e la sua memorizzazione*.

La continua evoluzione di questo lavoro fa sì che oggi la notazione pianistica possa integrare riferimenti altrimenti non esprimibili, se non con il contatto diretto con un insegnante durante una masterclass, per fare un esempio.

Vediamo insieme in che modo.

Il pianismo di Chopin è la miscela e la sfumatura di tre movimenti vitali ben precisi, frontale, laterale e centrale, i movimenti vitali che rendono il suo pianismo unico e irripetibile.

Unico e irripetibile come la famosa “melodia” in movimento, firma del pianismo di Chopin, che altri non è che il movimento centrale combinato con quello laterale

In rosso il dito 2 indice fa da pivot per evidenziare il movimento melodico/laterale

potete immaginare come, semplicemente conoscendo l’esistenza dei movimenti e la possibilità di esercitarli, costituisca non solo una risorsa inedita per il pianista, ma uno strumento di valore incalcolabile per guidare lo studio e l’interpretazione.

Ecco i tre movimenti, ecco a voi la partitura della vita segreta di Chopin…

Quello frontale offre un certo impulso, un certo dinamismo che proviene in modo spontaneo e organico dalle spalle

il movimento centrale provvede alla microvelocità delle dita, all’incredibile profondità introspettiva

 

il canto intreccia il preludio, passando in mezzo a tutta questa materia viva…

 

Per la prima volta le vostre dita sapranno cosa cercare, le vostre braccia sapranno della presenza di un binario ben preciso da seguire, non dovrete più procedere per tentativi, istinto non consapevole o “dando per buone” istruzioni ricevute dall’esterno.

Questo per quello che riguarda la “visualizzazione” di un’opera con le coordinate motorio/psichiche del suo creatore. Vediamo ora invece l’utilizzo pratico di una partitura di questo tipo: immaginiamo di arrivare ad un punto interessante a livello tecnico come, nel caso di questo primo preludio, il repentino cambiamento di ritmo e pulsazione che può creare disorientamento nel pianista meno esperto, fraintendimento in quello più navigato e dover richiedere lunghe spiegazioni o complessi esempi.

Seguendo la logica del movimento spontaneo e con la complicità di questa partitura colorata la soluzione la trovate direttamente in partitura senza una parola di spiegazione. In questo punto è il movimento laterale, con la sua controportate psichica ed emozionale che semplicemente e per un attimo emerge

Il lettore abituato al mio magazine sa anche come farlo a livello techico: la zona del dito 2 indice si alza

Esempio di movimento di coordinazione laterale: al pianoforte Valentina Lisitsa

Il vantaggio di queste partiture è che si crea un prezioso e utilissimo “rendersi conto di come stanno le cose“, piuttosto che “devo controllare, affinare, apprendere continuamente...”, siete voi ad avere in mano il gioco, istruzioni e masterclass li confronterete in base a ciò che già sapete.

Un altro aspetto interessante che vi semplificherà la lettura e vi farà risparmiare, a livello di lettura un’infinità di tempo è che, una volta indivuata la matrice motoria di un autore questa si ripresenterà sempre in modo rigoroso in qualsiasi altra opera.

Un’altra pietra miliare. Per noi una nuova opera di Chopin da studiare non è solo un’opera nuova, ma ritrovare le stesse coordinate mescolate in modo diverso!

In uno qualsiasi dei Preludi op. 28

In qualsiasi opera di Chopin, dalla prima, giovane e pieno di belle speranze

all’ultima, stanco e alla fine della sua vita

Niente male, vero? Un nuovo mondo si sta aprendo…

continueremo…


*La memoria cinestetica memorizza il gesto, quindi più questi è preciso, funzionale ed essenziale, più veloce sarà  la sua assimilazione (gli altri tipi di memoria dipendono dalle osei predominanti del taiheki del pianista, verticale/visivo ecc.). Non conoscere la logica del movimento spontaneo fa sì che si memorizzino – come gli strati a cipolla – tutti i “tentativi” compiuti fino a trovare il movimento giusto, incluso lo studio a mani separate perché, a livello di movimento, il corpo li recepisce come movimenti diversificati.
zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.