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Se raramente ho parlato

di come si utilizzino i pedali del pianoforte, è stato per non disturbare con esempi e spiegazioni l’equilibrio che si crea quando vi coordinate al movimento rotatorio, la cui finestra aperta sui sensi è l’udito, e la pratica che fate di tale coordinazione vale più di mille tutorial sul funzionamento dei pedali.

Ho raccontato dell’esperienza che mi è accaduta anni fa quando feci un’esperienza di yuki alle mie ginocchia (yuki è l’ascolto del corpo con le mani sensibilizzate), attivando immediatamente fischi e ronzii che mano mano si sono poi riorganizzati e assorbiti.

La scoperta che le ginocchia sono auditive è andata di pari passo al fatto lapalissiano che sono le ginocchia a “cercare” i pedali ed attivarli ad istinto, come sono le ginocchia a caricare il mantice dell’armonium.

A questo punto però mi sento di aggiungere che l’arte dei pedali, sia di quello ad una corda che di quello di risonanza, siano collegati alla respirazione. Non è un caso che quando la respirazione si blocca e andiamo in apnea, qualunque sia il motivo tecnico, senza che ce  ne rendiamo conto il pedale rimane pigiato impastando tutto il suono.

Quando parlo di respirazione e utilizzo del pedale non parlo di una respirazione qualsiasi, ma focalizzata soprattutto sull’espirazione. Se portate l’attenzione solo all’espirazione, l’inspirazione verrà da sé.

     Aaaaahhhh…

fatelo più volte, approfondendolo via via con più soddisfazione e vedrete che la forza dell’H attiverà il basso ventre; la respirazione si farà energetica, aperta, attenta.

L’inspirazione, che ci mantiene dentro un blocco senza vie di uscita, avverrà in modo spontaneo.

A questo punto pedalizzeremo

insieme al flusso della nostra espirazione, i pedali e le ginocchia come un mantice, non lo trovate fantastico?

Come esercizio sceglietevi un pezzo che vi renda semplice e comodo sincronizzare la respirazione. Per me ho scelto la Ciaccona Bach-Busoni e il tempo lento del Concerto in sol di Ravel e metto subito alla prova quanto vi ho descritto con un pezzo che amo molto: l’intermezzo op 118 n° 2 di Brahms

 

e cominciate a prendere confidenza con questo processo naturale e a pedalizzare seguendo più la vostra respirazione che il vostro orecchio; o meglio lasciate che l’ascolto accolga e organizzi il processo divenendone il movimento ordinatore: potreste ottenere effetti di pedale straordinari e sorprendenti perché fisiologici, vivi e concreti come potete sentire qua da 32:25 a 32:48.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.