Ho più volte sostenuto che solamente quando sono coordinate al movimento di “compattamento” (che può accadere solo grazie al bacino), le braccia sono nelle condizioni di pesare… E che i pianisti russi, avendo una grande mobilità del bacino a livello “nazionale”, sono pertanto i più predisposti a farlo.
Il “peso” ritrova quindi il suo significato e la sua funzione originarie: quello di “gravitazione”. Non bisogna confondere lo “slancio” del braccio (unito a una respirazione libera) con un’ effettiva e concreta sua densificazione. La nozione stessa di rilassamento – base della tecnica pianistica – è utopica, perché, disconoscendo il concetto di tensione parzializzata, non ci si rende conto che particolari “zone” del braccio rimangono permanentemente tese o estremamente rilasciate, almeno finché non ne prendiamo coscienza riscoprendo il grado di coordinazione tra braccia e corpo. Nessun pianista – compresi i concertisti di giro – è esente da questo fenomeno e, visto che l’abbiamo davanti agli occhi, vi segnalo quella dei bordi esterni di mignolo e pollice della Lisitsa.
Di tutto questo ora abbiamo una simpatica conferma: la pianista Valentina Lisitsa che si ritrova senza… panchetto! La soluzione per lei più naturale è quindi quella di accucciarsi (permette alla coordinazione centrale di “attivarsi”). E prova ne è che il suo suono Beethoveniano è magnifico, con e senza pedale!