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Una testimonial d’eccellenza

la pianista russa Valentina Lisitsa. Non solo perché è brava, non solo perché i pianisti russi sono dotati di default della capacità di pesare il braccio, ma anche perché, da appassionata youtuber come me, ha inventato questo modo di riprendersi mentre suona che vi offre l’illusione di essere voi stessi alla tastiera!

Cercherò quindi, con l’aiuto di Valentina, di spiegarvi l’anello di congiunzione tra la tecnica del peso e l’osservazione Seitai, dimostrando come è il corpo e la sua coordinazione a coinvolgere in automatico la braccia e mai il contrario o mai indipendentemente.

 

Valentina Lisitsa attacca la Tempesta di Beethoven cercando il peso del braccio e l’attivazione dei magici muscoli lombricali 

ma… senza neanche rendersene conto, appena cerca un’articolazione precisa e regolare, la mano si assetta autonomamente lavorando a partire dalla punta delle dita|polpastrelli.

La “Tempesta” di Beethoven inizia in modo molto soave: la mano reagisce prontamente evidenziando la zona del dito 2 indice.

Beethoven è sempre Beethoven… appena c’è bisogno di forza e di “tuonare”, cambia la logica della mano, e sempre in automatico si pone in evidenza, alzandosi e alternando, la zona del dito 4 anulare.

Incredibile, non trovate?

Qua di seguito trovate il video completo da cui ho ricavato le immagini affinché, a partire da questo articolo, chiunque abbia la possibilità per osservare il comportamento spontaneo delle proprie mani quando si coordinano al corpo. Nel video vedrete Valentina Lisitsa mantenere la testa ben eretta nel primo caso, ondeggiare tra destra e sinistra nel secondo e “ruotare” con il girovita nel terzo, verso destra portando addirittura la gamba un poco più avanti.

Quando il pianista necessita di un’articolazione che porti espressione, intimità, approfondimento del suono, un repentino pianissimo o la gestione di un diminuendo, il pianista – sempre senza volerlo – si coordina a partire dalla parte interna di entrambi i mignoli. E’ la stessa “regione” della foto precedente, solo che attivata da entrambe le mani e vissuta in modo non periferico, ma interiorizzato. E la dimostrazione che tale movimento sia coordinato al bacino, la trovate nell’immagine che segue, osservando l’impercettibile movimento di apertura e chiusura delle gambe.

Tutto questo in modo spontaneo e autoorganizzante, ovviamente. Se io vi dicessi, “porta la gamba destra avanti e suonerai più forte e magnificamente Beethoven” oppure, “spostati tra destra e sinistra e avrai un jeux perleè migliore di quello di Godowski“, mentirei, non sarei onesto e tutto questo grande lavoro perderebbe il suo lato nuovo e originale.

Per contro, imparare ad osservare cosa accade dando valore al comportamento spontaneo, al posto di seppellirlo di paure, condizionamenti o consigli della domenica, questo sì, mi piace. E penso proprio che sia così che bisognerebbe studiare, almeno io lo trovo più divertente…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.