Leggete questo articolo perché vi farà entrare in una nuova dimensione di comprensione del pianismo: Haruchika Noguchi che parla di Sviatoslav Richter.
A seconda del Taiheki, la sensibilità corporea, il modo di fraseggiare, la predilezione o meno per certi autori cambiano.
Nel caso di taiheki verticale, l’attenzione è rivolta alla melodia. Bach è il terreno ideale, con la compresenza di più melodie da “equalizzare”, ma anche Rachmaninov, quando i pianisti smetteranno di considerarlo un “muletto” per attirare l’attenzione del pubblico. Alcuni pianisti “verticali”: Angela Hewitt, Bill Evans, Glenn Gould, Andrea Bacchetti e… Sergej Rachmaninov!
Nel caso di taiheki laterale, l’attenzione corporea è totalmente rivolta al timbro, il terreno di Debussy, Brahms e Schubert. Marc Andrè Hamelin, Alfred Brendel, Fazil Say e Lang Lang, per fare un esempio.
Nel caso di taiheki frontale, l’attenzione e la sensibilità corporea vanno al ciclo di tensione/distensione. Per il pianista di taiheki frontale la migliore ginnastica possibile è quella di suonare Beethoven per il suo continuo alternare di tensione e di stensione, il suo terreno Chopin, Liszt, Clementi. Alcuni pianisti “frontali”: Alexis Weissenberg, Stephen Hough, Daniil Trifonov, Francesco Libetta.
Nel caso di taiheki rotatorio, l’attenzione spontanea corporea è auditiva, ritmica, si amano i contrasti di volume. Pianisti con un simile taiheki potrebbero in qualsiasi momento alzarsi dal panchetto e ballare. E’ il “regno” di Beethoven e di Prokofiev. In quest’ottica l’esercizio migliore è il Precipitato della Settima Sonata di Prokofiev, da suonare solamente con le zone intermedie. Alcuni pianisti rotatori “doc”: Martha Argherich, Gyorgy Cziffra, Yuja Wang, Boris Giltburg.
Nel caso di taiheki centrale, l’attenzione corporea è dedita alla densità, all’intimità, la musica viene concepita come un tutt’unico, il pianista centrale, meno sensibile agli altri aspetti, suona un brano racchiudendolo in un’onda unica e unificata che va dalla prima nota all’ultima. Per comprenderlo, basta ascoltare Claudio Arrau, Ivo Pogorelich, Igor Kamenz, Giovanni Bellucci (bacino che chiude), Lazar Berman, Johnn Ogdon, Oscar Peterson (bacino che apre). E’ il terreno di Mozart, Scriabin, Schumann, Musorskji.
Le applicazioni pratiche della conoscenza del Taiheki sono infinite, ad esempio comprendere con istinto sicuro dove andare a studiare per perferzionarsi.