Il pollice della mano destra è collegato all’area cerebrale linguistica.
Sperimentiamolo insieme utilizzando lo Studio op. 10 n. 7 di Chopin:
Se provate a suonarlo accompagnandolo verbalmente (come avrebbe potuto fare Glenn Gould) vedrete immediatamente come il pollice si “liberi” e si renda autonomo (con dei piccoli movimenti circolari) permettendo l’esecuzione di questo studio “fisiologico”.
Una controprova la troviamo anche in un autore che – nel bene e nel male – l’area linguistica e letteraria l’aveva anche fin troppo sviluppata: Robert Schumann.
Questo eccesso di energia cerebrale fa sì che l’utilizzo del pollice sia sempre presente nella scrittura di Schumann e diventi quindi una matrice caratteristica della sua scrittura pianistica. Andate pure a verificarlo.
Da non sottovalutare l’utilizzo “linguistico” del pollice della mano destra anche in Rachmaninov, che viene sempre scambiato per Chopin e Liszt combinati insieme e mai per se stesso, con una scrittura più vicina a Bach.
Avete ora compreso perché Glenn Gould canticchiava sempre e come mai chi soffre di afasia, contemporaneamente non riesce ad articolare pollici ed alluci.